Fikayo Tomori è stato senza dubbio uno dei colpi più importanti per il Milan e la Serie A in questi ultimi mesi: e il centrale inglese ha parlato dei rossoneri in una lunga intervista
Al momento del suo arrivo in tanti speravano in quello che poi è stato, ma in pochi probabilmente si aspettavano un impatto così importante da parte di Fikayo Tomori sul Milan. Invece il centrale inglese si è guadagnato il riscatto per quasi 30 milioni di euro e ovviamente la maglia da titolare. Nel derby ha esultato come se avesse segnato lui l’1-1, con una grinta importante, sintomo che il legame con i colori rossoneri sta diventando sempre più forte.
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E al Milan ora se lo coccolano, soprattutto dopo le bellissime parole spese nell’interviste al magazine dell’Uefa: “Quando ho firmato e ho avuto per la prima volta la borsa con sopra lo stemma del Milan ho pensato: ‘Wow, sono davvero qui. È tutto vero‘. Mio padre guardava il calcio negli anni ’80 e ’90, quando il Milan vinceva le Champions League ed era la migliore squadra del mondo. Per lui è pazzesco. Sono davvero, davvero felice e grato di essere qui. Se dovessi ritirarmi oggi o se dovesse succedermi qualcosa, Dio non voglia, potrei dire: ‘Sì, ho giocato per il Chelsea, per il Milan e sono riuscito a vestire la maglia dell’Inghilterra’. A pensarci è da pazzi“.
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Non solo, perché Tomori ha parlato anche dei colloqui con Maldini e i suoi consigli. E ovviamente di Ibrahimovic: “È troppo forte ed intelligente. Anche a quarant’anni si adatta abbastanza velocemente, ed è ancora molto acuto. Avere qualcuno come lui contro cui difendersi è incredibile. E averlo nella tua squadra è decisamente meglio, guida molto il gruppo ed alza l’asticella. Quando il Milan mi ha chiamato per me è stato uno shock: ‘Un colosso europeo chiede proprio di me’. Ed è stato decisivo per prendere questa scelta. Il mio italiano? E’ ok, sto capendo sempre di più. Quando mister Pioli parla nelle riunioni capisco quasi tutto. Ma devo ancora lavorarci”.
Tomori ripercorre tutta la sua carriera, le tappe e le sensazioni o i sogni che provava in quei momenti: “Ascoltare la musica della Champions League è stato surreale. È stato un giorno speciale”, dice del suo debutto col Chelsea in Europa. “Del Milan mi vengono in mente le notti di Champions League. Sfortunatamente la prima che ricordo è la finale di Istanbul. E poi ricordo di aver visto anche quella del 2007 ad Atene. C’erano tanti giocatori che ammiravo, uno su tutti Kaká. Quindi, poter dire che faccio parte del club in cui hanno giocato certi calciatori è fantastico”.
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