L’ad della Lega Serie A ha parlato in maniera chiara della situazione del calcio italiano durante il Social Football Summit 2021: “Ci sono leggi che castrano il nostro sistema. I giocatori devono fare la loro parte”
Allo Stadio Olimpico va in scena il Social Football Summit 2021. Una due giorni che prevede tanti approfondimenti ma soprattutto interventi per toccare tutti i temi principali nel mondo del calcio, con i diretti interessati e protagonisti.
Tra i primi l’AD della Lega Serie A Luigi De Siervo: “Nella politica ha regnato il populismo fino ad ora. Stadi come l’Olimpico avrebbero potuto ospitare il 100%, invece non si sa perché è stato limitato e sacrificato con una riduzione della capienza – le parole raccolte da Calciomercato.it, presente all’evento -. Il calcio è un business a tutti gli effetti, non dobbiamo essere ipocriti, e si sostiene anche grazie ai tifosi. Siamo l’unico paese al mondo che si è castrato con una legge che ci limita anche nei confronti dell’estero. La pandemia ha enfatizzato le nostre difficoltà. Bisogna ristabilire un rapporto leale con la politica, di alto livello, per tornare a essere competitivi”, le parole di De Siervo.
Social Football Summit 2021, De Siervo: “In questo periodo i giocatori sono stati egoisti”
Impossibile non toccare il tema Superlega: “Renderebbe insostenibile la situazione, con una riduzione dei ricavi del 30%. Un sistema di controllo dei costi è fondamentale, dobbiamo concentrarci sulle regole. Ci sono stati giocatori che con grande egoismo si sono girati dall’altra parte rispetto ai problemi economici di tutti. I calciatori in questo periodo non hanno fatto la loro parte, e questo ha reso nude le squadre rispetto alle prepotenze di agenti e calciatori. I giocatori sono dei privilegiati, va ricordato, devono fare la loro parte e dovrebbero guadagnare in relazione ai risultati economici e sportivi del club. Quello attuale è un sistema che permette ai più forti di prevaricare i più deboli. Il Newcastle ha detto che l’Italia non gli piace? Dimostrano di non conoscere l’Italia e il calcio”.
Poi sulla media company della Serie A: “È una realtà dall’inizio del campionato, anzi vi invito a visitare il centro di emissione. La produzione degli highlights in 6 lingue diverse con tutto il resto della produzione andrà avanti in ogni caso. Alla Spagna invidio la governance, c’è un mandato netto che lavora serenamente. Qui non si riesce a fare un salto di maturità, appena si insedia qualcuno si apre un fronte di opposizione. Noi abbiamo la maggiore potenzialità di crescita. Dobbiamo decidere il percorso”.