Walter Sabatini a tutto tondo al Social Football Summit 2021: tanti i temi toccati da Arnautovic alla tecnologia nel calcio e il retroscena sull’acquisto di Marquinhos
Walter Sabatini ha rapito l’attenzione del Social Football Summit 2021 allo Stadio Olimpico nel panel dedicato alla tecnologia applicata al calcio.
Tra retroscena e curiosità, l’ex ds di Roma – che ha detto la sua sui giallorossi in esclusiva a Calciomercato.it – e Inter ha parlato a ruota libera anche sul palco: “Faccio molto ricorso alla tecnologia, ma solo se c’è qualcun altro con me, perché io sono un po’ pigro con l’informatica e le tastiere. A me pare che l’intelligenza umana e sensibile sia decaduta e in ritardo, quindi accetto quella artificiale. Però io continuerò a guardare un giocatore come tocca la palla, come si muove, quello me lo dice solo la mia esperienza. La senilità comporta dei vizi inesplicabili, poi il calcio non è un gioco ma un vizio. Comporta una scarica costante di adrenalina, molto simile a quando spillate l’ultima carta a poker. Comporta competenza, contare le carte. I calciatori di oggi hanno un privilegio straordinario, prima dovevano sopportare i pistolotti degli allenatori nello spogliatoio senza capire davvero il problema. Oggi con la tecnologia un calciatore può controllare la sua prestazione, hanno una possibilità enorme”.
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Poi Sabatini racconta anche l’acquisto di Marquinhos: “È improbabile poter frequentare gli uffici dei direttori generali o dei direttori sportivi e la trovo una cosa barbara. Il mio ufficio è sempre stato aperto, lo chiamo l’agorà del calcio. Il giocatore più forte che ho preso in tutta la mia storia, Marquinhos, mi è stato suggerito da un match analyst che ora lavora con Spalletti al Napoli e si chiama Beccaccioli. È arrivato nel mio ufficio perché ha trovato la porta aperta. Mi ha detto ‘Ho visto un ragazzino fare certe cose’. E io gli ho detto ‘Tiralo fuori immediatamente’. E questo ragazzino ha fatto il titolare della Roma a 18 anni per merito di Zeman, che era un allenatore coraggioso. Se la mia porta fosse stata chiusa magari Beccaccioli avrebbe avuto qualche imbarazzo o timidezza a entrare. Non è un conclave, non c’è niente di particolare, non ci sono segreti, bisogna sempre agire alla luce del sole e le parole devono essere ascoltate da tutti. La porta aperta mi ha consentito di fare entrare ‘sto ca**o di Beccaccioli’ che mi ha parlato di Marquinhos”.
Arriva poi l’argomento Arnautovic, per cui Sabatini evidentemente stravede: “Quando si sceglie un giocatore c’è un sentimento, legato alle sue possibilità, vedi quello che fa o quello che cerca di fare. Mi hanno mandato un gol che ha fatto Arnautovic in Nazionale ieri, che racconta del suo progresso in questi mesi. Ha ritrovato tecnica e ritmi che aveva perso in Cina, quando rivedi giocatori che erano bruciati ti emozioni. Questo è un calciatore speciale. Parlavo con Osti, dopo Samp-Bologna mi ha detto ‘Lo sai che ieri ho visto 21 calciatori in campo più 1 extraterrestre?’ Ha fatto una partita quasi irridente tanta era la superiorità in campo nelle sue giocate”. Restando al Bologna, di cui Sabatini ormai è un ex (“Sono perennemente disoccupato in questi anni”, scherza il ds), il racconto del colloquio con Mihajlovic appena prima di arrivare all’Olimpico: “Mi ha detto che lui neanche rientra negli spogliatoi all’intervallo senza aver prima analizzato tutti i dati della partita. Deve guardare i flussi di gioco, dove la palla si muove, le distanze percorse e il resto”.
Sabatini continua dando un consiglio alle nuove leve: “Io una volta prendevo la macchina e partivo da Perugia per andare a vedere le partite di Serie C a Casarano (in Puglia, ndc), che è un’impresa biblica. Mi sistemavo tutti i giocatori sulle distinte e scrivevo in tempo reale le loro caratteristiche, di tutti e 22. E questo i direttori sportivi rampanti di oggi non lo fanno, per me invece è stato fondamentale. Ai ragazzi manca questo lavoro di base fatto di sacrificio, osservazione e studio anche nei campi periferici”.
Infine una frecciata, verosimilmente a Julian Nagelsmann tecnico del Bayern Monaco, non nominato direttamente ma che effettivamente ha rilasciato alcune settimane fa delle dichiarazioni simili: “Mi hanno detto che un tecnico molto giovane considerato il migliore di tutti in questo momento, ha auspicato una squadra con gli auricolari in campo per sentire le indicazioni del mister. Pensate quanto sballato è il calcio e quante deviazioni cerebrali crea. Ma puoi mettere gli auricolari ai giocatori in campo? Provate a metterlo a Messi o Neymar, o allo stesso Arnautovic. Ti tirano un secchio addosso. Questi sono giocatori a cui il calcio scorre nelle vene. Però se volete un calciatore di sintesi, accetto anche l’idea di sbagliare meno… Vedevo un documentario su Pelé, quello che ha fatto lui non è replicabile. Il tentativo di emulare genera il fenomeno calcistico, nessuno inventa niente”.
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