Lunga intervista di Koulibaly tra Osimhen, razzismo, Spalletti e Lorenzo Insigne
“E’ la gente a rendere magica questa città. E poi ci sono posti bellissimi, quando mi alzo ho la fortuna di vedere tutto il lungomare, il Vesuvio, Capri… Mi hanno sempre detto che a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti. Abbiamo milioni di tifosi in tutto il mondo, per questo quando scendiamo in campo dobbiamo dare il 300 per cento”. A ‘DAZN’ Kalidou Koulibaly incensa Napoli dove è approdato nel 2014 e di cui, sportivamente parlando, è uno dei leader assoluti.
“Al mio primo giorno a Napoli, quando sono venuto a firmare, ho pranzato con Benitez – ha svelato il centrale senegalese – Ha subito schierato 11 bicchieri e mi faceva vedere i movimenti del difensore e come mi sarei dovuto muovere in campo. Il mister mi ha fatto capire che dovevo studiare bene il calcio italiano perché era diverso da quello a cui ero abituato. Lo devo ringraziare perché mi ha fatto crescere tanto”.
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SPALLETTI E GRUPPO – “Ci ha dato tanto soprattutto dal punto di vista della mentalità. La prima cosa che ci ha detto è che voleva cercare il problema di questa squadra, perché non è normale che non abbiamo ancora vinto. Questo ci ha fatto scattare qualcosa in testa. La cosa più bella è che ha avuto l’umiltà di dire che il lavoro di Gattuso è stato buonissimo. Non è qui per cambiare ciò che ha fatto Gattuso, ma per dare qualcosa in più. Mi chiama ‘il Comandante’ perché dice che sono un leader. Siamo un bel gruppo, ci conosciamo tutti da anni e usciamo spesso a cena con le nostre famiglie”.
INSIGNE – “Lorenzino è la storia del Napoli. Un giocatore fortissimo che ha fatto sempre bene. ‘Tiraggir’ non lo dice mai, lo fa: è quello il bello. Anche quando siamo in nazionale ci chiamiamo sempre, siamo molto vicini. In napoletano dico sempre ‘fratm’, questa è la parola che uso di più”.
OSIMHEN – “Nessuno si aspettava che sarebbe arrivato al livello di oggi, ma ha ancora tanto da dare e farà ancora vedere tante cose sia in questa stagione che in futuro. Ad aiutarlo tanto è stato anche Gattuso, che l’anno scorso gli ha dato tanta fiducia. Poi Spalletti ha completato l’opera”.
JORGINHO – “E’ un grande, quando sono arrivato è stato il mio compagno di stanza ed è stato il primo a insegnarmi un po’ di italiano. Sul campo è stato straordinario, lo ha dimostrato anche col Chelsea e in nazionale”.
GHOULAM – “Lo reputo mio fratello. Abbiamo fatto diverse iniziative di beneficenza insieme, ad esempio in ospedale o a Scampia dagli studenti”.
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In conclusione Koulibaly ha affrontato il tema razzismo, riservando belle parole al capitano della Juventus Giorgio Chiellini: “All’inizio è molto difficile metabolizzare gli episodi di razzismo: pensi di sbagliare tu a urlare che qualcuno ti ha ferito. Ma il bello è che la città ti fa capire che non sei tu quello sbagliato. Penso che possiamo ancora fare tanto per combattere questo problema. A Chiellini voglio molto bene, sul campo non posso essere suo amico ma fuori è una persona straordinaria. Mi ha sempre difeso su tutti i fronti, mi ha pure dato dei consigli da calciatore e da uomo. Mi ha detto che era molto dispiaciuto e si è scusato a nome di tutta l’Italia, è una lotta che dobbiamo fare tutti insieme”.
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