Antonio Conte è tornato protagonista sulla scena internazionale. L’allenatore racconta il suo ritorno e svela le sue motivazioni. Un pensiero su Ronaldo e Lukaku non può mancare
Antonio Conte a 360 gradi. L’ex allenatore di Inter e Juventus si è soffermato su molti temi caldi, tra cui il suo ritorno in panchina.
Il tecnico, infatti, a pochi mesi dal suo addio a Milano, ora vuole fare le fortune del Tottenham. Una scelta che Conte, ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, spiega in maniera approfondita: “Solo il fascino della Premier poteva convincermi a tornare in pista così presto”. Poi aggiunge: “Quando il presidente Levy mi ha cercato la prima volta a giugno, l’avevo ringraziato ma non me l’ero sentita. Il biennio con l’Inter aveva lasciato tante tossine da smaltire. Un lavoro totalizzante e durissimo, culminato nella gioia per il risultato raggiunto, ma anche nella grande delusione per il cambio di programmi e prospettive che hanno portato alla separazione. Avevo bisogno di staccare la spina. Ma quando Levy è tornato alla carica mi ha convinto dimostrando di volermi a tuti i costi”.
E svela il fattore decisivo: “Nel suo progetto ho percepito la visione. Parlo dell’ambizione e della voglia di eccellere che la proprietà ha già messo in atto, dotando la società di strutture incredibili”.
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Conte non fa mancare anche il suo punto di vista sull’addio di Ronaldo e Lukaku alla Serie A, nella stessa estate del suo di addio: “Sono situazioni diverse. Ma quando si crea l’opportunità di tornare da protagonisti in Premier è difficile dire no. Sicuramente la loro partenza ha impoverito il calcio italiano. Sono due stelle”.
E sull’Italia di Roberto Mancini spiega: “Dopo che diventi campione crescono le pressioni, gli altri contro di te giocano la partita della vita, le aspettative aumentano. E magari ti capita che la palla dopo aver preso il palo stavolta esce, che il gol avversario è valido e che sbagli due rigori con la Svizzera tirati da uno, Jorginho, che non li sbaglia mai. L’Italia deve recuperare la magia, l’alchimia giusta, la rabbia. E sperare che le stelle tornino ad allinearsi”.
Poi un pronostico finale: “Spero di sì. C’è solo un avversario da temere: il Portogallo. È una squadra forte, piena di giocatori di qualità, non solo Ronaldo. Le altre non mi preoccupano, ma con loro la sfida è alla pari”.
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