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Cosa è successo a Mkhitaryan? I due motivi della rinascita

Mkhitaryan ha ritrovato il sorriso: è stato decisivo con l’assist per la prima rete di Felix, Mourinho ha ‘riscoperto’ l’armeno dopo le ultime difficoltà

Gli avrà fatto bene la panchina o (anche) il cambio modulo che lo ha restituito al suo mondo, sempre nel vivo dell’azione e non per forza costretto a ripiegare seguendo una disciplina tattica nemica dell’estro.

Felix esulta coi compagni per il goal al Genoa
L’esultanza della Roma ©️ LaPresse

Tra le prime pagine dedicate a Felix c’è uno spazietto che va di diritto a Henrikh Mkhitaryan. Nulla sarebbe stato possibile, nel finale, senza il suo strappo, la luce che s’è accesa tra le nubi di una partita antipatica.

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Il taglio da sinistra a destra porta la sua firma, l’armeno ha deciso d’iscriversi alla partita e ha avuto l’intuizione di farlo senza mettersi in proprio, come gli era già capitato in precedenza, ma offrendo agli altri la possibilità d’incidere. Si fa presto, ora, a parlare di rinascita, ne serviranno altre di conferme, ma di questo Mkhitaryan sembra possibile fidarsi.

Mkhitaryan e la panchina di Venezia

Novanta minuti alla sua maniera dopo novanta, gli ultimi, passati in panchina, aspettando un momento che non sarebbe mai arrivato. A Venezia, anche nei momenti più complicati, Mourinho ha fatto altre scelte, Mkhitaryan è rimasto a guardare gli altri, sconsolati s’è allontanato dal campo quando non c’è stato più nulla da fare neppure per i compagni.

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Mkhitaryan in azione con la maglia della Roma
Mkhitaryan ©️ LaPresse

Sembrava una bocciatura, l’inizio di un lento declino, invece da quel torpore l’armeno s’è ripreso, forse gli avrà fatto bene riposarsi e riflettere sulle opportunità fallite e sulle partite vissute senza troppa adrenalina. Appena due gol in campionato e troppe gare opache, quasi non da lui, un altro giocatore da esterno sinistro nel 4-2-3-1 con Pellegrini accanto e troppo campo da coprire correndo anche all’indietro.

La svolta del cambio modulo

La panchina col Venezia, la condizione fisica nuova alleata e, forse, chissà, il cambio modulo (il 3-4-1-2) alla base dei ritrovati applausi. Mkhitaryan, non più esterno ma di nuovo trequartista, coperto alle spalle e libero d’inventare, s’è caricato la Roma sulle spalle, ha segnato un gran gol (annullato), ne ha sfiorati altri e poi ha lasciato fosse Felix – di nome e di fatto – a gioire ma grazie al suo ingegno. Controllo, sprint, assist. Gol. La Roma vince, Mkhitaryan fa festa e lancia un messaggio al campionato e allo stesso Mourinho: sono tornato. Ma serviranno altre conferme prima di scacciare la diffidenza.

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