Mkhitaryan ha ritrovato il sorriso: è stato decisivo con l’assist per la prima rete di Felix, Mourinho ha ‘riscoperto’ l’armeno dopo le ultime difficoltà
Gli avrà fatto bene la panchina o (anche) il cambio modulo che lo ha restituito al suo mondo, sempre nel vivo dell’azione e non per forza costretto a ripiegare seguendo una disciplina tattica nemica dell’estro.
Tra le prime pagine dedicate a Felix c’è uno spazietto che va di diritto a Henrikh Mkhitaryan. Nulla sarebbe stato possibile, nel finale, senza il suo strappo, la luce che s’è accesa tra le nubi di una partita antipatica.
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Il taglio da sinistra a destra porta la sua firma, l’armeno ha deciso d’iscriversi alla partita e ha avuto l’intuizione di farlo senza mettersi in proprio, come gli era già capitato in precedenza, ma offrendo agli altri la possibilità d’incidere. Si fa presto, ora, a parlare di rinascita, ne serviranno altre di conferme, ma di questo Mkhitaryan sembra possibile fidarsi.
Novanta minuti alla sua maniera dopo novanta, gli ultimi, passati in panchina, aspettando un momento che non sarebbe mai arrivato. A Venezia, anche nei momenti più complicati, Mourinho ha fatto altre scelte, Mkhitaryan è rimasto a guardare gli altri, sconsolati s’è allontanato dal campo quando non c’è stato più nulla da fare neppure per i compagni.
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Sembrava una bocciatura, l’inizio di un lento declino, invece da quel torpore l’armeno s’è ripreso, forse gli avrà fatto bene riposarsi e riflettere sulle opportunità fallite e sulle partite vissute senza troppa adrenalina. Appena due gol in campionato e troppe gare opache, quasi non da lui, un altro giocatore da esterno sinistro nel 4-2-3-1 con Pellegrini accanto e troppo campo da coprire correndo anche all’indietro.
La panchina col Venezia, la condizione fisica nuova alleata e, forse, chissà, il cambio modulo (il 3-4-1-2) alla base dei ritrovati applausi. Mkhitaryan, non più esterno ma di nuovo trequartista, coperto alle spalle e libero d’inventare, s’è caricato la Roma sulle spalle, ha segnato un gran gol (annullato), ne ha sfiorati altri e poi ha lasciato fosse Felix – di nome e di fatto – a gioire ma grazie al suo ingegno. Controllo, sprint, assist. Gol. La Roma vince, Mkhitaryan fa festa e lancia un messaggio al campionato e allo stesso Mourinho: sono tornato. Ma serviranno altre conferme prima di scacciare la diffidenza.
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