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ESCLUSIVO | Camoranesi: “Il mio calcio semplice. Italiano, Juve e Alvarez: vi spiego”

Campione del Mondo con l’Italia nel 2016 e da sette anni allenatore, Mauro German Camoranesi ha parlato in esclusiva a Calciomercato.it

Appesi gli scarpini al chiodo nel 2014 con addosso la maglia del Racing, dopo nove anni e mezzo nel nostro e ‘suo’ Paese vissuti tra Verona e Juventus con la vittoria di uno scudetto, un giocatore dell’anno e il Mondiale con l’Italia di Lippi, Mauro Camoranesi ha subito intrapreso la carriera di allenatore.

Tanta la voglia di restare nel calcio. Tappa iniziale in Messico, alla guida del Coras de Nayarit, poi il ritorno in Argentina per sedersi sulla panchina del Tigre. Di nuovo Messico, stavolta ai Cafetaleros de Chiapas, prima del ritorno in Europa, destinazione Slovenia: Tabor Sezana e il titolato Maribor, lasciato a febbraio scorso. Di mezzo l’esperienza a ‘Dazn’ come commentatore della Serie A, dove un giorno potrebbe tornare nelle nuove vesti di tecnico. Nel frattempo si è concesso in esclusiva al microfono di Calciomercato.it.

Camoranesi a CM.IT: “In Slovenia tornato al calcio reale, ora spero di allenare in Italia. Sulla Juve e la Nazionale…”

Mauro Camoranesi – Foto Instagram

– Messico, Argentina e Slovenia… Ora una panchina italiana? Ti piacerebbe e hai già ricevuto qualche proposta?
“Per ora non ho ricevuto offerte dall’Italia (dove vive, ndr), ma ovviamente c’è il desiderio e la speranza di rientrare qui. Ben sapendo, però, che dovrei iniziare dal basso. Mi sono trovato molto bene in Slovenia, in un campionato poco conosciuto che mi ha permesso di tornare un po’ al calcio reale, allenando giocatori che guadagnano mille euro al mese. Ho ritrovato un po’ di quella umanità che nel calcio di alto livello fai fatica a trovare”.

– In questi primi anni da allenatore hai utilizzato sia la difesa a tre che quella a quattro. Sei ancora alla ricerca, essendo comunque un allenatore giovane, di una identità tattica?
“No, credo che la tattica da sola non risolva un bel niente. Il mio obiettivo è valorizzare i giocatori che ho a disposizione”.

– Che tipo di calcio hai fatto esprimere e vuoi far esprimere alla tua squadra?
“Un calcio molto semplice: la mia idea è quella di cercare di provocare l’errore dell’avversario. Correre e pressare, ogni partita poi è diversa dalle altre”.

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Mauro Camoranesi – Foto Instagram

– Tra i tuoi modelli di allenatore ce n’è qualcuno che hai avuto da giocatore?
“Ho avuto tecnici molto bravi, con grandi capacità nella gestione del gruppo e dei singoli, nonché delle emozioni. Contano poi i valori che si hanno in campo. Io separo sempre gli allenatori che devono gestire giocatori importanti per vincere, da quelli normali che devono portarsi la pagnotta a casa. Ce ne sono di bravissimi con le piccole che poi vanno male con le grandi grandi, e di bravi con le grandi che poi non riescono a incidere con le piccole”.

– Quali sono invece gli allenatori di oggi che segui e stimi di più?
“In Serie A Vincenzo Italiano (suo compagno ai tempi del Verona, ndr), il cui percorso è il quello più meritevole di applausi. Ha dimostrato in tre categorie diverse di saper gestire tutto e portare a casa i risultati. Sicuramente è il migliore degli ultimi cinque anni in Italia, purtroppo a livello mediatico è stato poco ‘premiato’. Poi c’è Spalletti, quello che si adatta meglio alle situazioni. In tutte le squadre ha sempre ottenuto risultati e dato identità. Anche quest’anno, seppur la serie A di oggi si sia un po’ declassata rispetto alla passata stagioni viste le partenze di Cristiano Ronaldo, Lukaku e Hakimi. A Spalletti va dato il merito di aver ridato vita a una squadra che era già competitiva, ma che veniva da continui cambiamenti di allenatore negli ultimi anni”.

Camoranesi a Dazn ©LaPresse

– La ‘tua’ Juventus riuscirà almeno a qualificarsi per la Champions?
“Il percorso lungo, però visto l’atteggiamento della squadra penso che troverà molte difficoltà a raggiungere questo obiettivo”.

– E l’Italia al Mondiale?
“Sono fiducioso perché quest’Italia ha una identità. Storicamente non mi sorprende quanto successo dopo la vittoria dell’Europeo, perché l’Italia si sente comoda quando è favorita, ìQuando è outsider sa invece tirare fuori il meglio. L’unico pericolo sarà il Portogallo”.

– Da conoscitore anche del calcio sudamericano, argentino soprattutto: secondo te Julian Alvarez è da big della Serie A?
“E’ un giocatore che ha fatto tanto in poco tempo. In sei mesi ha fatto una valanga di gol. Il River è una squadra abituata a tirar fuori tanti giocatori di qualità, lui per me è pronto per l’Europa ma sarebbe meglio un passaggio intermedio in un campionato di livello medio. Non scommetto che possa far bene subito”.

– Sei un estimatore di Gallardo?
“Come si fa a non esserlo. Ha cambiato la mentalità, da sette anni è alla guida del River e ha valorizzato tanti giocatori dsputando tre finali di Copa Libertadores. Sono sicuro che lo vedremo presto in Europa”.

Raffaele Amato

Formiano classe '87, sport e giornalismo le mie passioni. "E' sempre calciomercato"

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