Le condizioni e il futuro di Christian Eriksen tornano puntualmente ad alimentare ansie e speranze dei tifosi dell’Inter. Ecco le ultime sul centrocampista
Christian Eriksen non si arrende. Tutto si è fermato 180 giorni fa, quando il fenomeno danese è crollato al suolo. Inermi i suoi tifosi, per cui è un idolo assoluto. Ma che dico…
Dai compagni in campo a qualsiasi appassionato di sport, il mondo si è fermato di fronte al terrore puro. È seguito il sollievo, e le riflessioni di fronte a immagini del genere. Ma dopo aver messo al sicuro la vita, il bene più prezioso, del ragazzo, si è passati al campo, magari in maniera un po’ egoistica. Sì, perché un campione come Eriksen, fresco di scudetto con l’Inter, per dirne una, serve a questo sport. Sarà per le bombe precise e potenti, ma anche furbe, che scarica con entrambi i piedi, quasi indifferentemente. Ma soprattutto per quel senso del gioco innato, che sa di calcio e sa di tecnica. E forse nel 2021 ce n’è un po’ più bisogno. Eppure, i tifosi dell’Inter dovranno con ogni probabilità rassegnarsi: il defibrillatore sottocutaneo impiantato al centrocampista non gli permetterà di tornare in campo. Il regolamento attuale non lo prevede, non in Italia. Altre soluzioni, dunque, restano all’orizzonte per vincere la battaglia più grande e rivedere il campione danese dominare sul campo.
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Eriksen e il ritorno in campo: l’Odense è pronto ad accoglierlo
Se Inter e Italia non potrà essere, dunque, lo stesso non vale per l’Odense e in generale per la Danimarca. Eriksen si sta dedicando a un po’ di corsa e qualche tiro in questa fase, ovviamente sotto strettissima attenzione dello staff medico. Enrico Augustinus, dirigente dell’Odense, intanto, ha aperto a un approdo dell’ex Tottenham ai microfoni di BT Radio. “Se vuole tornare a giocare a calcio, siamo pronti ad accoglierlo. È completamente una sua decisione, ma se potessimo dargli un contratto lo faremmo”. Poi continua: “Abbiamo un buon rapporto con Christian, ci sono dei contatti. È fantastico che possa allenarsi ad Adalen”. Il tutto ovviamente nel rispetto della volontà del ragazzo: “Non gli proporremo nulla fin quando non deciderà se tornare a giocare. Qui c’è spazio per lui”.