Le parole di Aurelio De Laurentiis: da Maradona a Spalletti, passando per l’Europa League, il presidente del Napoli a 360 gradi
Il presidente Aurelio De Laurentiis è intervenuto alla presentazione del libro di Valter De Maggio “Napoli. I grandi calciatori” toccando tantissimi argomenti, dalla situazione degli azzurri all’organizzazione internazionale delle coppe.
“Abbiamo un incontro alla Farnesina con il Ministro Di Maio per vedere come, anche con il Ministro dello sport argentino, si possa mettere in calendario questa celebrazione maradoniana che si dovrebbe ripetere poi ogni anno: il primo anno, il Napoli contro l’Argentinos junior, il secondo anno vedremo qualche squadra sudamericana. E, quindi, sì, ve lo confermo. Stiamo cercando di verificare, speriamo di riuscirci. Però, il campionato finisce il 22 maggio, il 23 c’è riposo, il 24 che è il mio compleanno vorrei fare questa celebrazione. Però, abbiamo la finale di Champions, la finale di Europa League e dobbiamo riuscire a capire a conciliare ed intersecare queste date tra di loro”.
SQUALIFICA SPALLETTI – “Non c’è da commentare la notizia, il commento dovrebbe partire dalla notte dei tempi. Non solo per il Napoli, ma per tutto il calcio italiano. Supereremo solo quando la Lega sarà indipendente, potrà gestire lei gli arbitri, così come avviene in Inghilterra. Sono anni che lo diciamo, ma poi all’interno di certe compagini associative esiste anche il mito di voler fare politica ed il voler fare politica, molto spesso, distorce quello che è sotto gli occhi di tutti da un punto di vista commerciale ed industriale e di protezione democratica. Tutti hanno diritto ad avere un arbitraggio corretto, ma soprattutto hanno diritto al ricorso alla moviola in campo. Una volta non la vedono, una volta non la vedono, un’altra volta a spizzichi e bocconi. Non c’è una tutela che sia garantista di un gioco corretto e rispettabile, ognuno fa come gli pare e questo non va bene”.
SORTEGGIO EUROPA LEAGUE – “L’Europa così come è si è invecchiata, si è auto-ingessata. Perché porta via tante energie, senza portare dal punto di vista economico un ristoro paritetico. Le uniche che si arricchiscono sono le istituzioni: leggi la Uefa. Ed allora non si capisce perché la Uefa non dovrebbe fare solo operazioni di Segretariato Generale, mentre dovrebbero essere tutti i club europei a gestire, quelli che hanno creato l’ECA. Adesso l’ECA è diventata ostaggio dei qatarini, mentre il signor presidente della Uefa è nelle braccia del presidente del PSG perché è in adorazione di questo Qatar, così forte, così potente, così splendente. Ne fanno le spese tutti quelli che ci credono nell’industria del calcio”.
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DRAGHI – “Lo dissi 4-5 mesi prima che diventasse Premier. La mia tesi è sempre stata questa: senza economia non si può fare politica. Poi, vuoi fare il politicante, i volta gabbana ci stanno ad ogni elezione. L’Italia è il paese che ha eletto più presidenti del consiglio in tutta Europa, non c’è continuità. In Italia siamo abituati ad accontentarci perché viviamo bene. Ma, se ci guardassimo veramente dentro, capiremmo che vivacchiamo, perché potremmo vivere a livelli strepitosi se lo seguissimo un filo logico. Ci siamo autofossati il paese più straordinario al mondo. I giovani perché si annoiano? Perché il calcio è diventato vecchio, va modificato. Questo quarto d’ora di intervallo tra primo e secondo tempo non serve a nulla. Negli stadi dobbiamo fare prima una partita da 60 minuti con le donne, poi una partita con gli uomini che non duri più di x e che possa esser interrotta per cambiare a iosa i giocatori. La bravura di Spalletti, rispetto ad altri allenatori che ho avuto, è che lui è vero che si è trovato nelle necessità, ma sperimentava fin dall’inizio, facendo girare la rosa. Così uno si rende conto che quello che avevi comprato e pensavi fosse farlocco, era invece gagliardo. E quindi avevi ben investito il tuo danaro. Forse, qualcuno non aveva avuto la vision per interpretarlo. Ecco perché dico che Spalletti è il miglior allenatore che ho avuto nella mia storia fino ad adesso”.
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