Le parole di Josè Mourinho al termine di Roma-Spezia: il tecnico giallorosso commenta il successo sulla squadra del suo ex calciatore Thiago Motta
Josè Mourinho ha parlato ai microfoni di ‘DAZN’ dopo la vittoria della Roma sullo Spezia nel monday night della 17esima giornata di Serie A.
Il tecnico portoghese ha commentato la gara dell”Olimpico’: “Mi preoccupava la mia squadra, mi preoccupava la partita. Anche con il 2-0 non abbiamo mai avuto il controllo della partita. Ovviamente ci sono tanti problemi, esce Smalling e Cristante deve andare dietro: la squadra soffre con questi problemi e io sentivo che la partita non era chiusa. Guardo la panchina e vedo che è troppo giovane ed entrare non è neanche facile per loro. E’ un momento super difficile per loro e prendere i tre punti è importante anche se non abbiamo giocato bene”.
ESPULSIONE – “Preferisco non parlare dell’arbitro, per me ha fatto bene. Non ho visto gli episodi dei due gialli. Abbiamo però questo record incredibile di gialli: è troppo. Siamo una squadra naif, neanche siamo aggressivi ma abbiamo il record dei cartellini”.
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Roma, Mourinho: “Sono abituato a soffrire meno in panchina”
MODULO – “La grande questione è quando abbiamo tutti i giocatori disponibili perché ogni partita perdiamo dei calciatori. Non posso dire quando tornerà Spinazzola perché non lo so. Smalling per chiedere di uscire con risultato aperto è perché ha qualche problema. E’ difficile costruire qualcosa di stabile: devo costruire partita dopo partita con i giocatori disponibili. La prossima recuperiamo Mancini ma perdiamo Smalling e Felix: c’è sempre qualcosa che fa sì che io sia un calciatore di emergenza e non di pianificazione”.
MOTTA – “In questo momento ho già tanti giocatori che sono allenatori e soffro con loro. Ogni fine settimana guardo i loro risultati e soffro con loro e quando hanno fatto una carriera di altissimo livello come Thiago penso che hanno bisogno di tanta forza per allenare giocatori che non hanno la loro stessa qualità. Anche io ho bisogno di forza perché ho allenato grandi squadre e ne ho bisogno per lottare contro qualche frustrazione. Però è innamorato del calcio, gli piace tanto fare l’allenatore. E’ molto intelligente”.
SOFFERENZA – “Sono abituato a soffrire meno in panchina. Al Real Madrid quando ero sotto 1-0 a 15 minuti dalla fine ero sicuro che finiva 5-1. Adesso sul 2-0 per noi sto lì in sofferenza aspettando che l’arbitro fischi la fine”.