Da oggi Eriksen non è più un giocatore dell’Inter, la quale con un comunicato ha ufficializzato la risoluzione del contratto con scadenza giugno 2024
Eriksen non è più un giocatore dell’Inter. Oggi pomeriggio il club targato Suning ha ufficializzato la risoluzione del contratto del danese, impossibilitato a giocare in Italia per via del defibrillatore impiantatogli dopo l’incidente a Euro2020.
“FC Internazionale Milano comunica di aver trovato un accordo per la rescissione consensuale del contratto di Christian Eriksen. Il Club e tutta la famiglia nerazzurra abbracciano il calciatore e gli augurano il meglio per il suo futuro. Anche se oggi le strade dell’Inter e di Christian si separano, resterà un legame forte e indissolubile. I momenti più belli, i gol e le vittorie, l’abbraccio dei tifosi fuori da San Siro nel celebrare lo Scudetto: tutto resterà sempre fissato nella storia nerazzurra”, conclude la nota ufficiale dell’Inter”.
Questa la nota ufficiale dei nerazzurri, il saluto in sostanza al classe ’92 che a Milano, dopo grandi difficoltà iniziali, ha dato un contributo importante alla conquista del diciannovesimo Scudetto. 60 le presenze totali con la maglia dell’Inter, 8 i gol messi a segno dal 29enne a cui il Coni, come previsto, ha negato l’idoneità sportiva visto che nel nostro Paese non è consentito giocare ai calciatori con defibrillatore cardiaco. Il futuro di Eriksen sarà quindi per forza di cose all’estero.
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Il futuro di Eriksen tra Odense, Ajax, Premier e ritiro
Eriksen potrebbe ripartire da casa sua, ovvero dai danesi dell’Odense, squadra dove cresciuto da ragazzino e con la quale si è di recente allenato. A proposito di ritorno, occhio anche all’Ajax, dove invece si è affermato prima del grande salto al Tottenham. In quella Premier dove è pieno di ammiratori e che, proprio per questo, non va esclusa come ‘soluzione’, del resto pure in Inghilterra avrebbe la possibilità di ottenere il via libera per scendere in campo. Per Eriksen va tenuta in considerazione anche l’ipotesi ritiro dal calcio giocato, una decisione che sarebbe sì forte ma allo stesso tempo comprensibilissima (specie a livello famigliare) visti i rischi a cui andrebbe incontro nel tornare in campo.