La Coppa d’Africa continua a far discutere a causa della diffusione del Covid: in più arriva la rivelazione del ct del Marocco
La Coppa d’Africa è uno degli argomenti più caldi di questi giorni. La diffusione del Covid e i numeri sono un campanello d’allarme importante che hanno messo in discussione l’effettiva disputa della competizione in Camerun. Il rischio di un annullamento sembrava concreto, poi ieri sera è arrivato il comunicato ufficiale.
In una nota congiunta tra CAF – la federcalcio africana -, COCAN – il governo camerunense – e FECAFOO – la federcalcio camerunense – è stata infatti confermata la Coppa d’Africa 2022. “In Camerun, come altrove, sono state adottate misure efficaci e affidabili, nonostante l’ulteriore sfida posta da questa pandemia la nostra Coppa d’Africa deve essere giocata. Tuttavia, la vita deve andare avanti e dobbiamo imparare a conviverci. Il Governo ha messo a punto uno speciale protocollo sanitario anti-Covid applicabile alla Coppa d’Africa”, recita il comunicato che ovviamente interessa da vicino la Serie A e i suoi giocatori, con i top club che perderanno alcuni dei loro migliori giocatori. Ma le discussioni non sono finite qui, anzi.
Il ct del Marocco Vahid Halilhodzic ha espresso il suo timore che la Coppa d’Africa, in programma il 9 gennaio in Camerun, possa essere annullata a causa della minaccia Covid-19, soprattutto per la possibilità che i club europei potrebbero non rilasciare i loro giocatori per il torneo. “Con la situazione sanitaria, sta diventando sempre più complicato e difficile”, ha detto ad AFP in seguito anche alla lettera dell’ECA alla FIFA con le preoccupazioni proprio in relazione alla Coppa d’Africa. Una competizione che potrebbe avere e comunque avrà ripercussioni anche sui club europei. Tra le ipotesi estreme c’era infatti anche quella del rifiuto di concedere alle nazionali i propri calciatori, molti tra i migliori al mondo come Salah, Mane e Hakimi ma anche Mahrez e molti altri.
Anche in Italia sono parecchi, da Kessie e Bennacer ad Anguissa e Osimhen (al netto delle condizioni fisiche). “Al momento – continua Halilhodzic all’agenzia di stampa francese – c’è una grande battaglia in corso tra tutte le diverse lobby. I giocatori sono obbligati a rispondere alle convocazioni delle nazionali, ma tutti i club stanno lottando per impedirgli di partire. Alcuni hanno minacciato i loro giocatori e hanno detto che potrebbero perdere il posto o addirittura essere ceduti. Per me, se un calciatore non viene in nazionale, significa che non ha abbastanza attaccamento. E io potrei rifiutarmi di convocare anche in futuro qualcuno che non vuole venire adesso, anche se c’è una minaccia da parte dei club. Quel giocatore può dire addio alla nazionale“, ha concluso il ct del Marocco.
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