L’Inter al centro della trattativa più costosa del momento: Zhang a Los Angeles prova a trattare la cessione del club al magnate della sanità americana
Da Steven Zhang a Daniel Straus, dalla Cina agli Stati Uniti. L’Inter sta per cambiare il suo proprietario e prendere una direzione che ha già portato il magnate asiatico a recarsi a Los Angeles per trattare la possibile cessione del club nerazzurro. Il principale candidato per il subentro nel ruolo di patron della squadra campione d’Italia è proprio, a questo punto, il 65enne americano di New York, attivo nel settore della sanità: un ramo che negli Stati Uniti governa in larga parte le oscillazioni economiche. Tra farmacie, case di cura e cliniche, Daniel Straus è già sotto i riflettori di tutt’Italia, per iniziare a conoscere meglio chi sarà l’uomo che ha ascoltato la richiesta di un miliardo di euro avanzata da Zhang.
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Nato a Boro Park, Brooklyn, nel pieno di New York, Daniel Straus è del 1956, studente della Columbia University, dove ha conseguito un Bachelor of Arts in scienze politiche. Poi la giurisprudenza, trasferendosi alla New York University School of Law, per intraprendere la carriera di avvocato nella sua città natale. Nel 1984, all’età di nemmeno trent’anni, decide di lasciare la carriera legale per fondare la Multicare Companies Inc. insieme al fratello Moshael: si tratta di un’azienda sanitaria con la quale amministravano, Daniel in qualità di presidente e co-amministratore, quattro case di cura ereditate dal padre Joseph.
La gestione degli Straus Bros. ha portato l’azienda a diventare rinomata soprattutto per l’alto tasso di occupazione, tanto che nel 1993 è diventata un’azienda pubblica poi venduta a Genesis Health Ventures nel 1997, per la cifra di un miliardo di dollari (al cambio odierno, poco più di 800 milioni di euro).
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Terminata l’esperienza con Multicare, Straus ha fondato, appena un anno dopo la cessione, la CareOne, della quale è anche CEO: per replicare il successo ottenuto con la sua precedente azienda, adesso si ritrova a gestire 70 case di cura e strutture di assistenza nell’area del New England, dichiarando, stando a quanto riportato da Bloomberg, ventimila pazienti all’anno.
Nel 2006 ha poi fondato Aveta Health e la InnovaCare Health Solutions: la prima fornisce servizi sanitari, sviluppando e gestendo reti di fornitori che offrono servizi per assistenza ai medici, fornendo le industrie sanitarie americane; la seconda, invece, è uno dei più vasti piani sanitari degli Stati Uniti, attualmente fornitore di assicurazioni a 500.000 anziani a Porto Rico. Di Aveta ha deciso di liberarsene nel 2012, vendendola alla United Healthcare concretizzando per la seconda volta nella sua vita il perfetto percorso dell’investitore: creare, sviluppare e infine vendere.
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Ovviamente il legame con lo sport non poteva mancare, così da poter avere un gancio importante con l’investimento che adesso potrebbe prendere piede all’Inter. Daniel Straus, infatti, ha fondato anche la Bridge Sports, che nel 2012 ha comprato una quota di minoranza dei Memphis Grizzlies, una delle trenta squadre di basket che milita nella NBA e membri della Western Conference Southwest Division della Lega.
Ne è stato vicepresidente fino al 2018, quando ha provato poi ad acquisire i Minnesota Timberwolves di Minneapolis, valutati 1,3 miliardi di dollari (al cambio odierno, il miliardo che Zhang gli sta chiedendo per l’Inter). La trattativa è poi fallita nel momento in cui Glen Taylor, attuale proprietario della squadra, ha annunciato di aver chiuso per la cifra di un miliardo e mezzo di dollari con Alex Rodriguez e Marc Lore, rispettivamente l’ex giocatore della Major League di baseball e miliardario ex presidente e CEO di Walmart eCommerce.
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Ora, per Straus, la possibilità di riprendersi da quello smacco ed entrare nel mondo del calcio italiano, così come molti altri americani hanno deciso di fare nell’ultimo periodo. Dopo, infatti, Paul Singer con il Milan, Rocco Commisso con la Fiorentina, Alexander Knaster con il Pisa e Robert Platek con lo Spezia, potrebbe essere arrivato il momento dell’ex avvocato che ha monetizzato la sanità americana, ma che ha saputo dimostrarsi anche un attento filantropo.
Nel 2014, infatti, con la The CareOne Cancer Fund, in onore del suo collega Dan Grimes, è arrivato a donare più di un milione di dollari per la ricerca contro il cancro. Evento ripetuto nel 2016, quando con un solo evento ha raggiunto la quota di 1,7 milioni di dollari per la BCRF, la fondazione per la ricerca contro il cancro al seno. Un magnate, sì, ma con un cuore.
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