Oggi è la giornata del chiarimento tra Lukaku e Tuchel, ma ipotizzare un addio al Chelsea non è follia
Certi nomignoli o soprannomi che la storia ti appiccica non sono certo casuali. Alla logica non sfugge Big Lukaku, grande non solo per la stazza fisica che si porta dietro e per la sua fame di gol, ma anche per le reazioni che genera quando decide di parlare e di spezzare un equilibrio.
Furono esplosive e forse intempestive le parole pronunciate per arrivare a dire addio all’Inter. E anche la tempistica scelta per comunicare il suo disagio al Chelsea, alle porte della sfida cruciale con il Liverpool, non si può definire brillante. Così come la nuova dichiarazione d’amore all’Inter, qualcosa che stona sempre, a qualunque squadra sia rivolta, quando hai un’altra maglia addosso: e lo fa ancor di più alle porte di una sfida sentitissima. Prova ne sia che la reazione di Tuchel – l’uomo verso il quale era rivolto lo sfogo dell’attaccante belga – non si è fatta e non si poteva far attendere. Lukaku è stato escluso dal match con i Reds, scelta netta.
Le parole del tecnico tedesco non sono state tenere: “La faccenda era diventata troppo rumorosa ed eravamo troppo vicini alla partita, così ho deciso di escluderlo per proteggere la preparazione alla gara. Senza di lui è più facile mantenere la concentrazione al massimo – ha proseguito il tecnico dei Blues – Una decisione difficile, ma secondo me l’unica da prendere”.
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E oggi è un altro giorno e arriva il tempo dei faccia a faccia. Lo stesso Tuchel lo ha annunciato così: “C’è sempre un modo per tornare indietro, ci incontreremo e risolveremo tutto a porte chiuse. Non è la prima volta che mi accade una cosa del genere in carriera”. L’incontro è oggi e alla fine il destino di Lukaku sarà più chiaro. Partendo da due punti: il primo è che muovere il bomber belga a gennaio non sarà facile per i costi che l’operazione porta con sé a livello di ingaggio e di cartellino. Non sarà facile non significa che sarà impossibile, ma quasi. Ci vorrebbe davvero un colpo ad effetto, un incastro clamoroso tra big d’Europa al quale magari Federico Pastorello starà pure provando a pensare, puntando sulla solidità di certi suoi rapporti internazionali.
L’altro punto riguarda più da vicino l’Inter: parafrasando Antonello Venditti – e quel testo più volte saccheggiato negli ultimi anni dalle vicende di mercato – certi amori non finiscono, ma in questo caso è davvero difficile pensare che ritornino. Il motivo sta sempre lì, nel volume complessivo dell’operazione Lukaku. Almeno oggi l’indicazione sembra essere questa.
Diverso, invece, e verrebbe da dire quasi scontato, che a giugno le strade del Chelsea e di Big Romelu si dividano perché la convivenza con Tuchel potrà essere rabberciata e ricucita da qui hai prossimi cinque mesi (e vedremo se e come) ma non prolungata. E a quel punto davvero gli scenari possono diventare i più svariati. Resterebbe complesso ipotizzare un ritorno in Serie A. La prima cosa che invece verrebbe più naturale pensare è quella di fare attenzione al Tottenham di Antonio Conte, che con Lukaku all’Inter aveva creato un feeling importante.
Proprio nel primo giorno del nuovo anno il tecnico degli Spurs, che sul mercato è sempre stato abile a mettere pressioni sulle proprietà con cui ha lavorato, si è lasciato andare all’esternazione sibillina: “Acquisti? Ce ne saranno a gennaio, così mi avevano detto quando sono arrivato. Lukaku? Provo grande affetto per lui, ma è un giocatore del Chelsea”. Antenne dritte a Londra: tutto può succedere.
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