Il Direttore dell’Asl di Torino, Carlo Picco, è intervenuto alla CMIT TV dopo lo stop dei granata: le sue dichiarazioni
Il Covid sta mettendo in ginocchio la Serie A. L’impellente aumento dei contagi ha significato una crescita notevole dei positivi all’interno delle squadre. Una situazione molto complicata da gestire, che ha dato vita ad un vero e proprio braccio di ferro tra le Asl e la Lega. I dipartimenti sanitari locali, vedi ad esempio Bologna-Inter, stanno bloccando i giocatori.
Il maggiore organo calcistico nazionale, invece, non ha intenzione di rinviare alcune partita e procedere con i calciatori a disposizione. Oltre ai rossoblù di Mihajlovic, è stato posto il veto alla partenza del Torino, che domani dovrebbe affrontare l’Atalanta in trasferta. Il Direttore dell’Asl Locale piemontese, Carlo Picco, ha chiarito il provvedimento alla nostra CMIT TV: “La decisione del mio dipartimento di fermare il Toro è perché nel gruppo squadra c’era un focolaio e questo focolaio di otto positivi non era nato da elementi esterni, ma riscontrato all’interno del gruppo squadra. Questo ha implicato di mettere in quarantena il gruppo squadra. Credo sia una decisione corretta, perché il nuovo Dpcm non supera la quarantena. La necessità di evitare contatti e l’uso di ffp2 non consentono svolgimento di attività sportiva“.
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Picco (Asl Torino) alla CMIT TV: “Va fatta una riflessione a livello globale sulla extraterritorialità del calcio”
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EXTRATERRITORIALITÀ: “Se il tema è quello di una sospensione, non saprei dire. L’infezione corre particolarmente in maniera esponenziale e certe precauzioni vanno portate in molti settori, compreso quello dello sport. Andrebbe fatta una riflessione globale sul mondo del calcio, che tenga conto di una situazione in divenire. Difficile cristallizzare una regola su un mondo che ha sempre vissuto una extraterritorialità. Credo che la decisione del Sis sia una decisione corretta“.