Novak Djokovic e la sua battaglia per disputare gli Australian Open. Il numero uno del tennis ora è di nuovo in stato di fermo
Il caso relativo Novak Djokovic e la sua partecipazione agli Australian Open sta scuotendo non solo il mondo del tennis e dello sport, ma è talmente attuale da riguardare l’attenzione pubblica in toto.
E sarebbe impossibile il contrario, dato che si interseca con la ferma convinzione no vax del serbo e con questioni politiche che creeranno per forza di cose un precedente più che rilevante. Poi, allora sì, arriva lo sport e in molti si chiedono se per un campione di questo livello valga lo stesso trattamento che per tutti gli altri. E comunque, se sia giusto oppure no. Questioni etiche e politiche che ora lasciano spazio alla cronaca dei fatti. Io governo australiano ha cancellato il visto al numero uno del tennis, ma ora questa decisione è stata clamorosamente ribaltata dal tribunale. Secondo quanto espresso dalla corte, il campione serbo può restare in Australia e prendere parte alla competizione che avrà luogo a partire da lunedì 17 gennaio a Melbourne. Finita qui? Assolutamente no, ecco perché.
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Caso Djokovic, gli ultimi aggiornamenti in vista degli Australian Open
Ora la palla passa al ministro dell’immigrazione, Alex Hawke. È lui che ora può intervenire e decidere, ma entro quattro ore dalla decisione del tribunale, di annullare il visto per altri motivi. E, in ogni caso, la parola fine non sarebbe comunque scritta, dato che in quel caso Djokovic sarebbe bandito per tre anni.
E, secondo le ultime novità, il tennista sarebbe nuovamente in stato di fermo a Melbourne. A riportarlo è la stampa australiana: verificata un’importante presenza della polizia nell’ufficio dell’avvocato di Djokovic. Anche i media serbi si sono sbilanciati sulla notizia, avendo come fonte direttamente la famiglia del numero uno. Insomma, la vicenda continua a far discutere e gli ultimi passi sono tutti da compiere: il mondo resta in attesa e continua a parlarne, in attesa delle decisioni finali.