L’esperto Matteo Bassetti ha analizzato il problema Coronavirus per la Serie A e la questione relativa alle retrizioni negli stadi
Matteo Bassetti, Primario all’Ospedale San Martino di Genova, ha parlato dei temi caldi del calcio italiano. Prima su tutti la questione relativa alla riduzione del numero di spettatori negli stadi: “E’ un errore perché è un colpo difficile da digerire per chi si è vaccinato – spiega a ‘Radio anch’io sport’ su ‘Rai Radio 1′ – A chi ha fatto un abbonamento si dice che la capienza viene ridotta a cinquemila. E’ l’ennesimo modo per colpire il calcio, così come le discoteche e i luoghi di divertimento, senza una logica”.
Bassetti ha proseguito la sua disamina: “Mi sembra che si facciano le regole e poi dopo una settimana si cambia idea. Mi sembra che si segua più la pancia che la testa. L’atteggiamento degli anglosassoni è quello più pragmatico. Il virus non lo limiti chiudendo gli stadi o mettendo cento persone a teatro. Sono più vicino alle misure inglesi che a quelle tedesche. C’è una via di mezzo che poteva essere quella italiana, poi la pancia è andata secondo me a prevalicare la testa. Io sarei rimasto alla riduzione degli stadi al 50 per cento”.
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Coronavirus, Bassetti contro la riduzione degli spettatori in Serie A
Bassetti ha commentato anche le recenti parole di Sarri: “Secondo me Sarri da persona intelligente ha colto nel segno. Nel gennaio del 2021 dissi che i giocatori devono essere vaccinati tra i primi. Il calcio è uno di quei settori dove credo che la vaccinazione andrebbe fatta obbligatoria. Per i calciatori vaccinati questa è davvero una forma di influenza”.
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LE VARIANTI – “Omicron purtroppo non ha ancora soppiantato Delta, che ci sta ancora facendo male. Omicron è molto più contagiosa ma sembra essere, dai dati di tutto il mondo, meno aggressiva. Non mi preoccuperei tanto della iper cirolazione del virus, ma di chi non è vaccinato”.