Alla CMIT TV, con l’ex dirigente del Milan Silvio Broli si parla del settore giovanile rossonero: focus su Pobega e aneddoti su Donnarumma
L’emergenza Covid al Milan nelle ultime settimane ha fatto sì che Stefano Pioli aggregasse alla prima squadra diversi giocatori della Primavera. Uno di questi, Luca Stanga, che la settimana prossima compirà 20 anni, ha debuttato domenica in Serie A contro il Venezia. Del prolifico settore giovanile rossonero abbiamo parlato alla CMIT TV con Silvio Broli, ex dirigente del club, oggi alla Cremonese.
Broli ha esordito spiegando funzionamento e regole particolari, non note al grande pubblico, del calcio giovanile: “Ci sono tante dinamiche. Prima di prendere un giocatore bisogna valutare il background da cui viene, da chi viene segnalato, chi lo fa crescere, c’è da capire quali sono le valutazioni del dirigente che decide di prenderlo o meno. Poi per i giocatori che arrivano da fuori regione esistono delle deroghe limitate agli ‘acquisti’ che una società può fare. Per la Serie A ne esistono dieci in una stagione, ecco perché, ad esempio, non abbiamo preso in passato giocatori come Romagna: avevamo già esaurito le deroghe. Se c’è un metodo per far crescere i giocatori? Bisogna tenere conto di tante variabili e dobbiamo considerare anche i profili di giocatori ‘tardivi’. Prendiamo il caso di Pobega, Calabria, Crociata, per restare in ambito Milan. Sono giocatori che magari rispetto a quelli nati nello stesso anno erano inizialmente meno pronti, ma semplicemente perché nati nel secondo semestre”.
Su Tommaso Pobega, in prestito al Torino, Broli si esprime favorevolmente in termini di un ritorno al Milan. “Credo sia pronto – ha affermato – In Italia di certo bisogna considerare che c’è una mentalità per cui i giocatori molto giovani non sono mai pronti, perché non gli facciamo fare esperienza. C’è chi l’anno scorso ancora non riteneva pronto Locatelli, ma di fatto è un top player. Solo in Italia mettiamo in discussione i giovani calciatori per questo motivo. Visto che Pobega ha un anno in meno di Locatelli, io dico che sì, è pronto”.
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Un aneddoto su Donnarumma: “Lo abbiamo scoperto a 11 anni e veniva da noi ogni 20 giorni per dei weekend di allenamento. Ha bruciato le tappe, arrivando a 16 anni con il fisico di un ventenne e la testa di un 40enne. Dal suo passaggio al Psg il Milan non è uscito in maniera brillante, avranno avuto le loro ragioni per lasciarlo andare a parametro zero ma cedendolo anche solo un anno prima ci avrebbero già guadagnato. Non dobbiamo più stupirci però di certe dinamiche, ormai non possiamo più parlare di calcio italiano ma di calcio globalizzato che ci ha inghiottito. Storie come questa comunque devono rassicurarci sul valore del nostri giocatori”.
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