Jose Mourinho commenta la vittoria contro il Cagliari, con l’unico rammarico di non averla chiusa
Partita dominata, peccato per non averla chiusa e non aver potuto sedersi tranquillamente in panchina.
Questo il riassunto di Jose Mourinho in conferenza stampa dopo la partita contro il Cagliari, a partire dalla prestazione di Sergio Oliveira: “Il rigore non è la sua dimostrazione di personalità, oggi quando parlavamo dei rigoristi tutti e cinque i giocatori che erano con me al tavolo volevano tirarlo. Anche Pellegrini e Veretout che hanno sbagliato gli ultimi. Non abbiamo problemi di personalità e coraggio di andare a calciare un rigore. La sua personalità è nell’organizzazione di squadra, è stato importante in fase difensiva e offensiva. Ha sbagliato solo un passaggio per stanchezza, ma ha giocato bene, semplice, lui e Veretout hanno fatto molto bene. Ma non è una sorpresa per me, se conosco bene un campionato è quello portoghese. Lui lo conoscevo molto bene, non lo avevo chiesto perché non pensavo che potesse essere possibile il suo arrivo”.
A mancare è ancora il killer instinct per chiudere la partita: “Magari Mazzarri arriva qui e dice che era una partita da pareggio (e sarà effettivamente così pochi minuti dopo, ndc). Poteva esserlo, ma poteva anche essere da 5 o 6 a 0. E questo è drammatico, scherzavo col dottore sul fatto che domani devo andare a farmi controllare a Villa Stuart. Per le statistiche magari non ci sono grandi gol sbagliati ma quando parti a centrocampo 2 contro 2 o 3 contro 3 quella è metà gol. Sono tutte occasioni che devono chiudersi col gol. Poi la partita è andata in quella direzione, il Cagliari è così che ha vinto le sue partite, con la costruzione lunga, le rimesse in area negli ultimi minuti, gli angoli con 6 o 7 giocatori di 1 metro e 90. Dobbiamo ‘matare’ la partita, mi devono dare la possibilità di sedermi in panchina tranquillo a bere. Ma dopo due sconfitte, soprattutto l’ultima difficile da dimenticare, i ragazzi hanno fatto una partita con personalità, qualità e gioco. Non era facile neanche cambiare tutto con Veretout dentro a 10 minuti dalla partita e Pellegrini fuori. La squadra è stata brava e, non so se lui ha toccato palla (Keramitsis, ndc), è uno in più che non dimenticherà che la sua prima partita con la Roma è stata con me”.
Mourinho continua: “Abbiamo tanti limiti, diversi problemi. Oggi per esempio e contro la Juve, se la società o Tiago Pinto non avessero preso Maitland-Niles eravamo morti. Quando non c’è Karsdorp siamo in difficoltà e in alcune posizioni siamo comunque in difficoltà. Ora Vina è da solo, è un po’ la stessa cosa. Oggi Veretout era in panchina e mi piace molto avere un Veretout in panchina, anche se magari non piace a lui. Come piace a Inzaghi, Allegri e Pioli piace avere i giocatori che hanno in panchina. Noi in condizioni normali, senza giocatori squalificati o infortunati, abbiamo una rosa più equilibrata. Nel gioco si dice che abbiamo problemi difensivi, ma oggi se pareggiamo 1-1 la gente analizza il gol del Cagliari e trova qualche giocatore che ha sbagliato movimenti. Non ci sono problemi difensivi se vinci 4-0 e per questo per me è difficile analizzare le cose isolate. E globalmente oggi abbiamo fatto una partita per vincere, non facile ma molto facile”.
Roma-Cagliari, Mourinho su Mkhitaryan
Infine sulla posizione di Mkhitaryan, che sarebbe stata quasi di regista in caso di presenza di Pellegrini: “Certo, ho detto al giocatore che la partita era andata nella direzione che non volevo. Anche a fine primo tempo ho detto che non potevamo arrivare fino alla fine con l’1-0 e se non avessimo segnato dovevamo avere sempre la palla. Veretout ha fatto bene, Mkhitaryan in quella posizione si sente tranquillo e soprattutto mi è piaciuto molto Kumbulla. Lui è cresciuto a tre e si sente meglio in quel modo. Ho chiesto alla linea difensiva di giocare alto e lui lo ha fatto, ha avuto criterio con la palla che da lui usciva sempre pulita. Sono contento, nonostante le occasioni sbagliate. Ma se devo scegliere un giocatore scelgo lui, visto che ha avuto tempi difficili in cui ho perso anche la fiducia in lui dopo Bodo, ma è un ragazzo straordinario che vuole sempre lavorare e migliorare. E per questo sono molto contento di dire che oggi lui è stato un mio giocatore”.