Dopo i fatti di Milan-Spezia, l’arbitro Claudio Gavillucci commenta gli errori commessi dal direttore di gara Serra
Radiazione, sospensione, ripetizione della gara: il popolo del web, in particolare quello a tinte rossonere, ha chiesto di tutto dopo il grave errore che l’arbitro Serra ha commesso in Milan-Spezia: di fatto, spostando i tre punti dai ragazzi di Pioli a quelli di Thiago Motta.
Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, spiega a CMIT TV: “Inizierei col dire che è stato un piccolo dejà vu, è già accaduto qualcosa di simile in un Roma-Juve con Orsato. La differenza, minima col risultato che è stato lo stesso, è che Orsato decretò un calcio di rigore. In linea di massima ha ridato la possibilità alla Roma di poter segnare, ma ieri non è stato così. Dal possibile aggancio in vetta del Milan si è trovato sotto, perdendo un punto rispetto all’Inter. L’arbitro non ha applicato la regola del vantaggio, avrebbe dovuto aspettare. Era vicino l’area di rigore e l’arbitro deve avere attenzione maggiore per la regola del vantaggio e solo successivamente intervenire. Ho percepito un certo nervosismo da parte di Serra, col peso di arbitrare a San Siro”.
SERRA – “Mi sembra di aver letto le scuse da parte dell’Aia nei confronti del Milan, e questo è già un passo avanti. Ammettere l’errore ed essere umili è già un punto importante. Nascondersi dietro a un dito alimenta solo nervosismo e retro pensieri ed ora c’è stato certamente un cambio di rotta. Stop? Non so fino a che punto possa ripagare il Milan del torto subito e non so quanto possa essere utile all’arbitro che ha necessità di metabolizzare l’errore commesso. Sono convinto possa avvenire attraverso altri strumenti che non sia lo stop”.
“Ad esempio privarsi di Jorginho solo perchè ha sbagliato un rigore non da la possibilità a lui di cancellare l’errore e non aiuta la squadra. Va fatto un percorso psicologico sull’arbitro così come sul calciatore, ma non va fatto con lo stop. Essendo stato dall’altra parte posso garantire che lo stop non ridà niente e non è utile a nessuno”.
“Ci sono state cose messe fin da subito in campo dalla nuova gestione Aia che hanno fatto vedere un cambio di passo ma il percorso è ancora lungo. Fallimento? Non ne parlerei perchè è ancora presto. Sono abituato a fare il consuntivo al termine. Nicchi ne ha avuti ben 10 e potevamo essere sicuri dopo 10 anni. Trentalange in questi mesi compie un anno, diamogli tempo e poi valuteremo”.
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RIPETIZIONE – “Ripetizione? È una sciocchezza. È un errore tecnico dell’arbitro e non del regolamento. La ripetizione si può fare se per esempio si espelle un calciatore piuttosto che un altro e a quel punto se ne parlerebbe. In questo caso è al pari di una concessione di un calcio di rigore che non c’è”.
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