Il mercato è finito ed è tempo di tornare al calcio giocato. Sabato pomeriggio il derby Inter-Milan, col dubbio Ibrahimovic. I due volti dei rossoneri, con e senza lo svedese
È arrivato il momento del risveglio. Quello in cui bisogna tornare a rimboccarsi le maniche per correre nuovamente anima e corpo alla caccia di un obiettivo. Quell’orizzonte per il Milan si chiama corsa scudetto, che riparte sabato pomeriggio a partire dalle 18 e per giunta nella partita più importante e sentita dalle parti di San Siro: il derby contro i rivali cittadini dell’Inter. I nerazzurri conducono la classifica e con gli innesti di Gosens e Caicedo sembrano ancora più forti.
Più in sordina invece i rossoneri che hanno preferito solamente operare una manovra per il futuro in attacco, con l’inserimento del giovane Lazetic. Ecco l’attacco, è da qui che partono i dubbi maggiori di Stefano Pioli, per la notte del derby ma anche per il futuro prossimo del Milan che ha proprio nel suo totem offensivo sia il punto di forza che di possibile debolezza. La carta d’identità di Zlatan Ibrahimovic recita infatti anni 40 (41 il prossimo ottobre) e come normalissimo che sia non sono mancati gli acciacchi fisici per il gigante di Malmoe che già a partire dallo scorso anno ha visto calare in modo sensibile la continuità di impiego. Gli infortuni sono preoccupantemente all’ordine del giorno, ed il fastidio al tendine d’Achille accusato contro la Juventus prima della sosta, continua a rappresentare un ostacolo lungo il cammino di Zlatan. Il Milan però, almeno considerando il freddo valore dei numeri, può stare relativamente tranquillo. Sì perchè c’è un Milan con Ibra e un Milan senza Ibra, e ciò che ne emerge dall’analisi dei dati è qualcosa di estremamente curioso dal punto di vista strettamente dei risultati.
Il Milan con e senza Ibrahimovic: due lati della medaglia
Ibrahimovic in questa prima metà di stagione ha messo a referto 11 partite in campionato da titolare, con 7 reti realizzate. Nell’arco di queste gare i rossoneri hanno ottenuto un bottino di 4 successi, 3 pareggi e ben 4 sconfitte, con 18 gol segnati e 15 subiti, il tutto accompagnato da una media punti a partita di 1,36. Cifre quindi tutt’altro che esaltanti, soprattutto se poi messe in paragone con quelle del Milan senza Zlatan dal 1′ minuto. Quando non c’è Ibra titolare, misteriosamente, il rendimento del Milan, anche dal punto di vista offensivo sembra beneficiarne: nelle circostanze in cui lo svedese non è partito titolare la squadra di Pioli ha collezionato 28 reti e ne ha subite appena 10, con una media punti a partita di 2,83 su un campione di ben 12 gare.
Detto questo è evidente come Stefano Pioli e i tifosi del Milan preferiscano avere sempre e comunque il proprio faro offensivo al centro dell’attacco, anche perchè al di là del glaciale ed impietoso valore dei numeri Ibra è comunque in ogni circostanza in grado di conferire alla squadra qualità, personalità e un plus emotivo che senza di lui chiaramente non ci sarebbe, e che in un derby, e più in generale in una lunga corsa scudetto servirà eccome.