Stefano Sensi è sembrato in bilico per diversi giorni dopo Inter-Empoli, ma alla fine è ripartito dalla Sampdoria: le sue parole
La storia di Stefano Sensi è di quelle che a volte fanno un po’ rabbia, oltre che dispiacciono per il calciatore e l’uomo. I continui infortuni dal suo arrivato all’Inter sono stati tremendamente condizionanti, un peccato considerando anche la sua partenza con la maglia nerazzurra che era stata di alto livello. Una perdita da non sottovalutare anche per la Nazionale, considerando che per Roberto Mancini è sempre stato un elemento convocato e spesso in campo.
I tanti stop gli hanno fatto perdere l’Europeo e alla fine anche l’Inter, nonostante la sua evidente qualità e importanza quando è sceso in campo. E proprio da una di queste era nato il dubbio dei nerazzurri nel bloccare la sua partenza in direzione Sampdoria, il gol decisivo in Coppa Italia con l’Empoli ai supplementari. Ma alla fine Sensi è partito per ripartire da ‘Marassi’: “Mister Mancini mi ha dato quella spinta in più per venire qui, anche se già volevo fortemente la Samp. Il gol all’Empoli non ha cambiato nulla per me, sono entrato in campo facendo quello che dovevo, ma mi ha fatto piacere perché all’Inter sono stato veramente bene, trattato alla grande”.
Ora Stefano Sensi riprenderà il suo cammino con la maglia della Sampdoria, in prestito secco, sperando di essersi messo alle spalle tutti i problemi fisici: “Ho parlato con Giampaolo, mi ha fatto cenno della sua idea di utilizzarmi anche come trequartista – dice il centrocampista in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Mi sento molto bene da tempo, ma non mi sento assolutamente come l’eroe arrivato per sistemare tutto. Il fatto che il mio futuro sia tutto da scrivere è uno stimolo, non mi voglio porre limiti”. E il Mondiale? “No, sono sempre stato dell’idea che bisogna guardare sempre soltanto alla prossima gara”.
Un pensiero poi sul campionato e il duello a distanza, di mercato e di prospettive future, tra Inter e Juventus: “La Juve con Vlahovic e Zakaria ha fatto buoni colpi, ma sinceramente penso che l’Inter sia ancora sopra tutti. Ci ho giocato, conosco i compagni: prima che ottimi calciatori sono grandi uomini, e quando entri in campo questo fa la differenza. E poi sono arrivati Gosens e Caicedo, ottimi colpi…”
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