Lo sfogo di Mourinho con la squadra non ha cambiato il futuro della Roma: i Friedkin puntano sullo Special One, che non ha intenzione di abbandonare la nave ma farà scelte importanti
Capitolo uno di tre. Jose Mourinho ha appena iniziato a scrivere la sua storia romanista, che ha già vissuto parecchi intoppi, in campo e fuori. Sono passati nove mesi dall’annuncio dello Special One, sette dal suo insediamento a Trigoria. E in questi sette mesi è già passato un mare di acqua sotto i ponti, con la nave Roma che cerca di continuare la sua rotta tra una tempesta e l’altra. Ma i Friedkin sono convinti di aver affidato il timone alla persona giusta, hanno fatto una scelta forte e continueranno a seguirla.
Così come Mourinho, nonostante voci e indiscrezioni di nervosismi e di sirene sempre accese in Premier. Anche dopo l’Inter, ennesima delusione di una stagione già da 11 sconfitte in 34 partite. Numeri poco special che non piacciono in primis a Mou: sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni ha raccontato di uno sfogo durissimo dell’allenatore nei confronti dei suoi giocatori, accusati di non avere coraggio né attributi, incapaci di reggere certe pressioni.
“È una volontà di ottenere una reazione da una squadra che mostra limiti in termini di personalità da due anni. Non vince i big match, perde con 10 minuti di sonno terrificante. È una Roma costruita molto in fretta con qualche difetto evidente che pecca di personalità. Dopo tutte queste prove ha voluto fare un bilancio molto forte”, ha detto Zazzaroni a CMIT TV. Ma nessuna frattura tra squadra e allenatore, anzi: “A me non risulta che ci siano giocatori scontenti di Mourinho, al contrario mi sembrano particolarmente felici. Comunque non mi aspettavo di più da Mourinho, la Roma è da sesto posto”.
Lo stesso Mourinho non a caso durante la stagione ha chiesto a più riprese rinforzi, soprattutto a livello caratteriale. È arrivato Sergio Oliveira, abituato a lottare per vincere nel Porto, ma è chiaro che un uomo solo non può cambiare una squadra intera. Che per di più continua a faticare pure nel gioco. A questo si aggiungono le polemiche arbitrali, una Roma “troppo piccola davanti al potere”. Una serie di messaggi che Mourinho sta lanciando all’ambiente, squadra e tifosi, per compattarlo e renderlo un’arma in più. La solita ‘tattica’, che però a Trigoria funziona: “Con Mourinho fino all’inferno“, campeggia davanti all’uscita del centro sportivo. E allora avanti con lo Special One, arrivato per ricostruire dalle fondamenta in un percorso di tre anni.
“Questa è la mia Roma, abbiamo un progetto”, ripete sempre. I Friedkin, Pinto e Mourinho sono sulla stessa barca e non hanno intenzione di scendere né di cambiare comando. Su questo non c’è dubbio. Ma nell’equipaggio non sono tantissimi quelli che possono ritenersi al sicuro dalla rivoluzione. Per il portoghese gli insostituibili si contano sulle dita di una mano: Rui Patricio, Pellegrini e Abraham sono tra questi, lo è anche Zaniolo. Anche se la società sarebbe disposta a cederlo per una cifra sui 40 milioni. Poi tutti in discussione. Con i vari rinnovi in stand-by, nessuno può sentirsi al sicuro, ma sarà comunque una trasformazione graduale. Che però chiamerà Pinto e soprattutto i Friedkin a un impegno importante e imprescindibile in termini economici e di mercato.
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