Le ultime su Ibrahimovic, tra infortunio e futuro tutto da scrivere: il punto sull’attaccante svedese del Milan
E’ passato più di un mese dalla sua ultima apparizioni in campo. Era il 23 gennaio quando Zlatan Ibrahimovic indossava per l’ultima volta la maglia del Milan in una partita ufficiale. La squadra di Stefano Pioli aveva di fronte la Juventus di Massimiliano Allegri: lo svedese lasciava il terreno di gioco di San Siro alla mezzora per un problema al tendine d’Achille.
Da quel momento Ibra ha saltato tre partite di campionato, contro Inter, Sampdoria e Salernitana e una di Coppa Italia, contro la Lazio. Quattro match, tre dei quali vinti dal Milan, che potrebbero diventare cinque o sei se non addirittura sette.
Come al solito è davvero complicato fare previsioni di rientro con Ibrahimovic. Lo abbiamo visto a settembre quando il suo ritorno sembrava sempre dietro l’angolo ma poi è passato circa un mese. Il nuovo stop di Ibra sta seguendo la falsariga del precedente.
A Milanello, i giorni successivi all’infortunio, contro la Juventus, si respirava un cauto ottimismo. D’altronde Ibra non aveva riportato alcuna lesione ma era stato il terreno duro di San Siro a causare l’infiammazione. Si sperava di riaverlo in campo già per il derby di campionato dello scorso 5 febbraio ma come tutti sappiamo non è stato così.
Adesso c’è una piccolissima speranza di rivederlo in quello di Coppa Italia, ma solo per la panchina. L’obiettivo più realistico appare essere il Napoli ma anche in questo caso non ci sono certezze. Ibrahimovic è ormai più di un mese che non lavora con il resto del gruppo. Quando lo farà sarà tutto più chiaro.
Le condizioni fisiche dello svedese sono decisamente migliorate rispetto a 30 giorni fa ma anche ieri ha svolto un lavoro personalizzato. Ibra è un leone in gabbia: ha una voglia matta di tornare in campo per aiutare la squadra a vincere.
Calciomercato Milan, futuro Ibrahimovic: Nazionale decisiva
Ibrahimovic non ha alcuna intenzione di mollare. Ibra non ha alcuna intenzione di smettere. Lo ha fatto capire nelle ultime interviste. Non possono essere gli infortuni a scegliere per lui: “E’ Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop, negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso. Se torno presto? Questo è sicuro. Quando rientro, butto giù tutto lo stadio”. Parlava così, solo qualche giorno fa, lo svedese. Noi vogliamo credere ad Ibrahimovic. L’attaccante presto tornerà ad aiutare il Milan e poi si concentrerà sui playoff con la Svezia.
Solo successivamente, in Primavera, come raccontiamo da tempo, si penserà al futuro. E’ evidente che la sua Nazionale dovesse qualificarsi ai Mondiali, Ibra vorrà esserci e da protagonista. Chiaramente non ci sarebbe nulla di meglio che il Milan per restare in forma. Senza la Coppa del Mondo, le possibilità di ritiro aumenterebbero.
Ibrahimovic ha voglia di chiudere la propria carriera da calciatore, vincendo. E’ l’arteficie principale della rinascita del Milan, tornato grande grazie alle sue giocate, ai suoi gol e soprattutto al suo carisma. E’ un punto di riferimento importante per i compagni. Tutti glielo riconoscono, da Pioli, passando per Maldini e Gazidis.
Se Ibrahimovic vorrà, non ci saranno problemi a proseguire con i colori rossoneri addosso, ancora per un’altra stagione. Appuntamento fra fine marzo e aprile quando si avrà un quadro più chiaro. Da lì si inizierà a ragionare – se dovesse decidere di proseguire – quale ruolo occupare all’interno del Milan.
Ma Ibra sarà mai pronto a ricoprire un ruolo da comprimario e non più da attore protagonista come ha fatto per tutta la carriera?
Toccherà, come sempre, all’attaccante decidere ma il Milan ha bisogno di guardare avanti. Ibra non può bastare. Giroud, che tanto bene sta facendo in questo momento, nemmeno. Insieme hanno realizzato 18 reti, 10 il francese e 8 lo svedese. Numeri non male ma serve un attaccante più giovane, che possa dare, fin da subito, una mano a Stefano Pioli. Un attaccante che possa stare al fianco dei due totem rossoneri e non alle spalle. Giroud ha chiaro il suo ruolo all’interno del Milan, di oggi e in quello di domani. Ibrahimovic, forse, un po’ meno.