Stasera il Milan dovrà vedersela con l’Inter nell’andata della semifinale di Coppa Italia
C’è stato un momento all’interno della stagione del Milan nel quale qualcosa è sicuramente cambiato. L’indice di pericolosità dei rossoneri in attacco, nel caso specifico, è cresciuto esponenzialmente nel momento in cui Stefano Pioli è riuscito a tirare fuori il meglio da un suo calciatore.
Stiamo parlando di Rafael Leao, in questo momento il talento più in forma tra quelli a disposizione del tecnico milanista nel reparto avanzato. L’esterno portoghese, alla terza stagione a Milano, è finalmente esploso e nelle ultime settimane ha letteralmente trascinato sulle sue spalle la maggior parte delle responsabilità offensive della sua squadra.
Proprio l’attaccante portoghese ha parlato di questa sua evoluzione ai microfoni di ‘Dazn’, attribuendone i meriti ad un uomo in particolare: “L’inizio non è stato facile perché sono arrivato in un campionato diverso e non parlavo l’italiano. Avevo 19 anni e c’erano tanti avversari di alto livello. Tutti però mi hanno dato una mano e adesso le cose vanno meglio. Nonostante le difficoltà Pioli mi ha dato fiducia e mi ha schierato titolare. È grazie a lui se sono diventato il giocatore attuale”.
E’ stato soprattutto Stefano Pioli a non perdere mai fiducia nelle qualità del ragazzo, consapevole che prima o poi la frenesia della giovane età sarebbe andata via per lasciare spazio al talento che già faceva vedere in allenamento: “Mi ha trasmesso la giusta mentalità perché è uno che mi ha spinto a credere sempre in me stesso. Mi diceva: ‘Tu hai talento, ma ti manca un po’ di mentalità vincente. Se vuoi arrivare al livello di Mbappé e Ronaldo, devi fare la differenza tutte le partite, altrimenti sei un giocatore banale’. L’ho ascoltato molto e nella mia testa è scattato qualcosa quando ho parlato con il mio personal trainer e con la mia famiglia”.
Due idoli che come lui hanno cominciato le loro rispettive carriere da esterni di fascia e che a suon di gol si sono imposti nel calcio europeo: “Mi sono detto che tutti avrebbero dovuto vedere chi ero davvero ed è successo. Mbappé e Ronaldo sono i due a cui mi ispiro, quelli che guardo di più su YouTube. Io ancora non sono un goleador come loro, un ‘matador’, ma sto imparando e voglio arrivare a quel livello”.
Infine, sul paragone come Henry, Leao ha cercato di svincolarsi da inutili pressioni: “I dribbling fanno la differenza, però qualche volta posso segnare di più e devo riuscirci anche se parto da sinistra. Quando arrivo davanti alla porta devo essere più concreto. In passato non lo ero. Adesso invece… Sto crescendo come è successo a Henry? Lui è stato un gran giocatore, io sono ancora un giovane che cerca di arrivare quel livello. Niente paragoni”.
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