Roma attesa dal Vitesse, Real trionfatore con Benzema sul Psg di Messi: le scommesse vinte di Mourinho ed Ancelotti
José Mourinho e Carlo Ancelotti: due giganti della panchina in Europa, due allenatori che hanno messo assieme 11 trionfi europei, tante Champions, tante notti indimenticabili. Nella vita come nel calcio, la caduta, però, è parte del gioco: è inevitabile.
Le glorie, per Ancelotti e Mourinho si sono alternate ai fallimenti, agli esoneri, alle sconfitte. Vince uno solo, tanto per capirci: perdono tutti gli altri. Anche nei momenti più difficili, con stili diversi, Carlo da Reggiolo e lo Special One non si sono dati per vinti: hanno mostrato tempra e carattere, voglia di esserci e di esser più forti delle etichette. Tanto per esser sinceri: anche chi scrive li ha criticati entrambi, non ci sottraiamo. E questa non è una ritrattazione: bensì, la descrizione di un fatto. Perché è indubitabile che, al netto di come finirà la stagione di Roma e Real Madrid che Carlo Ancelotti e José Mourinho, passando da polverosi ko, abbiano saputo imprimere (nel caso dei giallorossi) o restituire (nel caso delle merengue) quella mentalità vincente che è fondamentale per approdare a certi traguardi.
C’è chi li ha definiti bolliti entrambi. Mou ed Ancelotti in un pentolone: dentro ce li hanno messi quelli che potremmo definire i bollitori che stampano etichette, che non hanno avuto la fermezza di capire che ci sono tempi per costruire e seminare ed altri sono i momenti nei quali si può raccogliere, vincere.
Il successo di ieri del Real Madrid è stato straordinario: il Psg è più forte, con più campioni, con più talento, con più quattrini anche di Florentino Perez. Ancelotti ha vinto mettendo dentro due giovanissimi, sfruttando ogni minimo episodio, vertendo sulla classe straordinaria di un meraviglioso vecchio come Modric e di un altro definito tale da De Laurentiis qualche anno fa come il fantastico Karim Benzema. Annichilito Pochettino, polemiche inutili sull’arbitro. Mourinho sta rilanciando la Roma, le sta restituendo una mentalità che non aveva da anni: ci riuscirà nell’impresa se non sarà lasciato solo da club. Ha instradato, però, il percorso giusto: quello per far tornare la Roma, finalmente, ad esser grande.
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