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Rischio penalizzazione per il Chelsea | In estate pronta la fuga da Londra

Le sanzioni al Chelsea rischiano di creare un terremoto sul calciomercato e nella gestione del club londinese: Abramovich ora trema

Difficile da definire un fulmine a ciel sereno quello che è successo ieri sera al Chelsea. La squadra londinese si è vista bloccare tutti i conti bancari, una sanzione figlia dei rapporti di Roman Abramovich con il presidente russo Vladimir Putin e anche della guerra mossa nei confronti dell’Ucraina. Una misura sicuramente temporanea, ma che comporta delle problematiche non da poco per i Blues, che adesso dovranno trovare una soluzione per portare avanti le proprie attività.

©LaPresse

In primis, il problema sarà legato agli stipendi, non potendo più il Chelsea effettuare alcun tipo di attività bancaria. La società, che Abramovich ha ceduto a degli amministratori delegati, spera di poter ottenere una deroga, una licenza per far proseguire le attività legate al calcio, ma è evidente che il problema ha dei pregressi nei rapporti diplomatici tra il Regno Unito e Abramovich.

Abramovich nel mirino del Regno Unito da sempre

La misura arriva a due giorni di distanza dall’annuncio di Liz Truss, ministro degli Esteri inglese, che ha affermato di non poter più avere rapporti con gli oligarchi russi che hanno appoggiato Putin nel corso della loro carriera. Ai sette, tra i quali entra anche il patron del Chelsea, non solo sono stati congelati i beni, ma è stato anche vietato l’ingresso del Paese. Una sanzione che Abramovich conosce molto bene, dato che nel 2018 il suo visto era scaduto e il Regno Unito gli impedì l’accesso, costringendolo a rifugiarsi nella cittadinanza israeliana.

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Un diritto di ritorno, quello garantito a chi ha discendenze ebree, che permise a Roman di ottenere anche un’esenzione dalle tasse per 10 anni, senza dover specificare le fonti dei suoi guadagni, a differenza di quanto il Regno Unito invece prevedeva. Un raggiro che, adesso, non può più funzionare, con Boris Johnson che ha bloccato anche Oleg Deripaska, ex socio di Abramovich, e Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom.

Chelsea, stipendi bloccati e sanzioni in arrivo

Finché il blocco non verrà revocato, il Chelsea dovrà fronteggiare la difficile situazione legata al pagare gli stipendi ai propri giocatori, a Tuchel e anche a qualsiasi altro dipendente. Inoltre, come rivelato dal ‘Daily Mail’ il club londinese starebbe cercando di evitare una penalità di 9 punti in Premier League ed una multa da 28 milioni di sterline per le questioni sopracitate. Una situazione che potrebbe provocare una diaspora da Londra, in direzione altre squadre o altri campionati. Lukaku potrebbe essere il primo che, pentitosi a più riprese della scelta fatta in estate, si preparerebbe a fare le valigie: l’Inter lo aspetta, ma a cifre molto più ridotte, sia per l’ingaggio che per la cessione stessa.

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I 12,5 milioni di euro percepiti in Premier League adesso non sono sostenibili e dovrebbe tornare quantomeno ai 7,5 che riceveva a Milano. Marina Granovskaia attualmente blocca il prestito, per questo si dovrà ragionare solo su una cessione a titolo definitivo. La situazione più da tenere sotto controllo, però, è sui giocatori in scadenza, perché il Chelsea non può trattare il rinnovo contrattuale: Rudiger, Azpilicueta e Christensen sono i primi indiziati che a questo punto farebbero bene a guardarsi intorno per trovare un’altra sistemazione dal primo giugno in avanti.

La fuga dei campioni verso l’Italia

Il Chelsea attualmente ha una spesa di circa 50 milioni di euro al mese, cifra che verrà subito bloccata e che potrebbe essere solo il prologo ad altre sanzioni e tensioni: punti di penalizzazione in campionato, per gli stipendi non pagati, o il finire in un regime di amministrazione controllata. Three, sponsor di maglia, ha annunciato la fine del rapporto, Trivago ha detto che resterà, aspettando un cambio di proprietà.

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Jorginho ed Emerson, due che in Italia tornerebbero volentieri, potrebbero cavalcare l’onda e prova ad abbracciare i colori bianconeri. La Juventus ci lavora dai tempi di Sarri e con un contratto in scadenza nel 2023 si può ragionare a una cifra più bassa dei 45 milioni richiesti. Inoltre con il Decreto Crescita sarà possibile tassare lo stipendio al 50%, convincendo l’ex Napoli ad aggregarsi a un centrocampo che ha bisogno di qualità ed esperienza internazionale. Palmieri, invece, potrebbe essere un ottimo innesto sulla sinistra, magari non da titolare, ma che dopo l’annata trascorsa a Lione pare si stia rigenerando, come De Sciglio.

Occhi puntati anche su Ziyech: da sempre nel mirino del Milan, rappresenta un altro profilo che si potrebbe strappare al Chelsea e alla concorrenza inglese con meno dei 35 milioni richiesti al momento, così da coronare quel sogno mai domo dei rossoneri di averlo a disposizione di Stefano Pioli. Il Chelsea deve serrare le fila e capire come gestire questa situazione di profonda incertezza: da un lato il rischio crac, se Abramovich non trova subito un altro acquirente, dall’altro il timore di una rosa smembrata nel corso dell’estate.

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