PAGELLE E TABELLINO UDINESE-ROMA: Mourinho, un punto per caso. Molina una forza
Pagelle e tabellino di Udinese-Roma, match valido per la 29esima giornata di Serie A 2021/22
UDINESE
Silvestri 6: poco impegnato nel primo tempo, bravo e coraggioso in uscita. Nulla può sul rigore di Pellegrini.
Becao 6,5: Zaniolo trova parecchie difficoltà nel saltarlo, si mette sempre molto bene con il corpo ed è reattivo. Tiene lontano dall’area Zalewski.
Pablo Mari 7: pulito, senza fronzoli quando serve. Tiene alta la concentrazione anche contro un cliente difficile come Abraham. Al 75′ salva in maniera provvidenziale allungando la gamba a evitare il tap-in e un pareggio che sarebbe stato inevitabile.
Perez 6,5: tiene sempre d’occhio Zaniolo, lo prende alto, spesso in anticipo evitando anche di farlo partire e dargli campo. Dall’82’ Zeegelaar 5: per la sfortuna più che altro, dal momento che il fallo di mano sembra da imputare soprattutto a quello.
Molina 7: sulla destra con Deulofeu costituisce una delle coppie esterne che funzionano meglio in questo momento. È in fiducia, si trova molto bene con lo spagnolo, i suoi movimenti sono continui e a volte difficili da leggere. Ruba diversi palloni, è carico e mostra tutto il suo repertorio. Compreso il tiro da fuori, specialità della casa.
Pereyra 6,5: riaverlo è una gioia per l’Udinese. Non è ancora quello di prima dell’infortunio, ma sta tornando. Tecnica deliziosa che può creare superiorità numerica, qualche imprecisione di troppo ma tutto sommato perdonabile.
Jajalo 6,5: in una squadra che aggredisce, si vuole un uomo d’ordine anche a protezione della propria metà campo. Pochi tocchi, semplici, utili, sempre ben posizionato.
Makengo 6,5: è il mediano con licenza di offendere, quando arriva a ridosso dell’area e si accende è pericolosissimo. Prende una traversa clamorosa e sfortunata, poi ci riprova dal limite con un’altra bella giocata. Difficile da prendere, anche per la posizione che va ad occupare. Dall’87’ Samardzic sv
Udogie 6: meno coinvolto col pallone, non ha grandissime occasioni e si propone poco in confronto alla mole di gioco dell’Udinese. Più diligente, è uno step anche quello. Bravo a raddoppiare in difesa e dare una mano a Perez.
Deulofeu 7: è in un periodo di forma incredibile, gli riesce quasi tutto. Spettacolare e quasi sempre efficace, quando si infila in area dialogando con Molina pare imprendibile. Veloce e rapido anche negli ultimi metri, gli manca qualche conclusione a rete ma ancora una volta forse il migliore. Dall’87’ Pussetto sv
Beto 6,5: di conclusioni in porta non se ne ricordano, ma fa un grande lavoro per allungare la difesa della Roma, si butta nello spazio cercando di aprire anche il campo ai centrocampisti. Alla distanza diventa incredibilmente prezioso per la corsa e i minuti guadagnati tra un fallo e l’altro.
All.: Gabriele Cioffi 6,5: una partita perfetta, quasi. Per esserlo serviva un altro gol e un po’ di fortuna in più, sia sulla traversa di Makengo e il rimbalzo sulla testa di Rui Patricio, sia nel tocco di mano finale, del tutto casuale. Per il resto l’Udinese è concentrata dal primo al’ultimo minuto in tutti i reparti e anche per questo il rammarico è altissimo.
ROMA
Rui Patricio 7: l’Udinese crea tanto, gioca molto nella metà campo della Roma ma non conclude tantissimo. Miracoloso e pure fortunato sul tiro di Makengo nel primo tempo che poteva davvero chiudere la partita. Tiene a galla i suoi pure nel finale e alla fine vale un punto.
Mancini 5,5: non perfetto in impostazione ma non è una novità, dalla sua parte i pericoli minori più, anche perché Karsdorp praticamente resta piantato in difesa. Un po’ di nervosismo ingiustificato, consueto anche questo per lui. Non ha grosse colpe. Dall’85’ Perez sv
Smalling 5,5: pochi palloni alti da spazzare, è costretto a giocare bassissimo. Beto è la punta ma non gioca tantissimo in area e non gli dà il riferimento, non sbaglia granché ma neanche spicca.
Ibanez 5: fallimentare nella costruzione e nei palloni giocati in uscita verso il centrocampo. Non sempre colpa sua, certo, visto che i suoi compagni non si sono mai liberati per ricevere. A volte incerto, dalla sua parte Molina-Deulofeu rischiano di farlo impazzire e in più Zalewski che ovviamente non è un difensore né un centrocampista.
Karsdorp 4: altra prova grigissima, anonima e senza il minimo spunto. Male in marcatura, si fa saltare troppo facilmente e anche in uscita impreciso. Nullo anche in fase offensiva. Dal 73′ Veretout 5: fa poco ma non è neanche colpa sua perché la Roma è completamente all’arrembaggio e non sa bene cosa fare.
Cristante 5: in affanno continuo, a rincorrere costantemente chiunque. Un errore dietro l’altro col pallone tra i piedi, anche lui però non facilitato dal poco movimento dei compagni. Non chiaro se sia tutto da imputare alla stanchezza, però male.
Oliveira 4: anche in Olanda era stato tra i peggiori, al netto del gol decisivo. Con una Roma così in difficoltà a centrocampo era lui a dover dare manforte a Cristante e aiutare la manovra dal basso per non venire schiacciati. Invece assente ingiustificato e pure sulla trequarti latita. Dal 46′ El Shaarawy 5: entra male stavolta, dopo aver cambiato la partita col Vitesse. Si fa vedere poco, non incide né saltando l’uomo né dando un po’ più di qualità all’azione. Sbaglia un paio di palloni orrendi, non se la sente di tirare davanti alla porta e sceglie di cercare l’altro esterno che però era messo male e troppo distate.
Zalewski 5,5: in attacco è sostanzialmente l’unico che salta l’uomo, prova ad andare sul fondo, cerca di giocare a tutto campo. Ma non è un esterno di centrocampo e si vede, non ha il fisico né l’esperienza. E non è nulla di strano, anzi. È forse andata bene fino ad ora, ma non può ricoprire quel ruolo con continuità. E comunque ci mette grinta e voglia anche in difesa, poi capita che si addormenti colpevolmente in area sulla traversa colpita da Makengo. Dal 65′ Afena-Gyan 5: si presenta con un tiro meraviglioso che sibila alla sinistra di Silvestri ed esce di pochissimo. Poi poco altro.
Pellegrini 6: un po’ scarico, giovedì ha giocato pochi minuti ed era lecito aspettarsi molto di più. Non riesce a legare i reparti, galleggiare tra le linee per creare superiorità, trovare l’imbucata o andare al tiro. Anche per lui tanti errori. Ha il merito di rimanere freddo su un rigore molto pesante nel finale.
Zaniolo 4,5: l’impegno, la tigna, l’energia non mancano mai e gliene va dato atto soprattutto in una serata in cui l’encefalogramma della Roma è stato piatto. La questione è che quando gioca il pallone è un errore, quasi sempre. E per un attaccante è un problema grosso. Non supera mai l’uomo, nessuno sprazzo di luce.
Abraham 5: in una partita con queste condizioni diventa difficilissimo incidere. Prestazione complicata pure da giudicare, perché non si può dire che abbia fatto qualcosa di male. Però anche lui zero carbonella, verosimilmente anche stanco. Gioca sempre. Dal 65′ Shomurodov 5: come la sua stagione, impalpabile. Ha una potenziale occasione, ma invece di spaccare il mondo tira uno straccio bagnato. Almeno riesce a guadagnarsi il rigore del pareggio.
All.: Josè Mourinho 5: partita pessima, dal primo al 94′. La Roma arriva sempre tardi, viene presa continuamente in infilata, non ha armi per reagire all’Udinese che avrebbe senza dubbio meritato la vittoria. È spenta e non ha lo straccio di un’idea: due tiri in porta totali di cui uno dal dischetto. Insistere su Zalewski in quel ruolo inadatto contro Molina e Deulofeu non è stata forse una grande idea. Anche i cambi – e non solo – appaiono confusionari. Salvato da Zeegelaar e dalla fortuna ma la Champions ora è definitivamente un miraggio.
Arbitro: Di Bello 6,5: partita abbastanza semplice, dai toni bassi. Manda fuori Foti evidentemente per qualche parole di troppo riferita dai suoi collaboratori. Non casca nella simulazione di Deulofeu nel primo tempo, poi assegna i rigore nel finale alla Roma. Situazione complicata, il fallo di mano di Zeegelaar è involontario ma sembra netto e comunque decisivo. Bravo a che qui a coglierlo e non era facile.
Giornalista pubblicista, dal 2013 inseguo un sogno. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla lontana quelli che 'Il calcio è solo un gioco', ma Roger Federer è il mio dio. Totalmente dipendente dal calciomercato e dall'adrenalina dell'ultimo giorno. Amo la musica, cantante a tempo perso.