L’allenatore sbotta dopo il trattamento ricevuto dal vecchio presidente davanti ai suoi ex calciatori
E’ proprio vero che tra i tanti problemi che si è portato dietro il calcio moderno, rientra a tutti gli effetti l’assenza di riconoscimento nei confronti di bandiere legate ad un club. Vi sono situazioni in cui stile e delicatezza potrebbero essere trattati diversamente, invece di essere decisamente sottovalutati.
Se spesso calciatori e allenatori vengono aspramente criticati per la mancanza di attaccamento alla maglia che invece si percepiva in un calcio più antico, è pur vero che d’altra parte esistono situazioni in cui i club non sono del tutto esenti da responsabilità nella gestione del rapporto con i propri tesserati.
Un caso che fa scuola, ad esempio, è quello che riguarda l’ex allenatore del Barcellona Ronald Koeman. Sin dalla rielezione di Joan Laporta come presidente della società blaugrana, il tecnico olandese aveva percepito una strana aria intorno a sé. Non è un mistero che la sua figura non fosse ben vista dall’attuale numero uno della società catalana, sebbene la sorprendente riconferma in panchina della scorsa estate.
Intervenuto nel corso del programma ‘Hoge Bomen’, Ronald Koeman ha raccontato i dettagli dell’esonero incassato lo scorso ottobre. A proposito di riconoscenza nei suoi confronti, infatti, l’ex allenatore del Barcellona ha spiegato di aver ricevuto un trattamento quasi umiliante: “Come mi ha cacciato Laporta? In aereo. Una cosa che mi ha fatto male è che i calciatori erano seduti dietro di noi, mentre io mi sono dovuto sedere al suo lato. Dice sempre che sono una leggende del club, dimostralo allora!”.
Insomma, non il migliore degli addi nei confronti di un uomo che da calciatore aveva dato tutto per la maglia del Barcellona e che, per sua sfortuna, non è riuscito a risollevare da allenatore una squadra che stava affrontando una fase complicata della sua storia: “Ho capito subito che non ero l’allenatore di Laporta, non mi aveva scelto lui. Va pure detto che non mi hanno concesso lo stesso tempo che hanno poi dato a Xavi. Anzi, mi aveva riferito che non l’avrebbe scelto per l’assenza di esperienza. Tuttavia, sono felice che la squadra stia migliorando adesso, vedo anche De Jong più partecipe del gioco”.
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