Nonostante l’utilizzo del VAR, le polemiche sugli episodi arbitrali non si fermano: ecco il parere dell’ex arbitro
L’utilizzo del VAR, acronimo di Video Assistant Referee, era atteso da tutti per dipanare matasse complicate, episodi arbitrali controversi e smorzare tutte le polemiche. Ma la cosa non è, evidentemente, avvenuta.
Sono, infatti, tantissimi gli episodi che fanno discutere tifosi e addetti ai lavori. In particolare, è il diverso utilizzo che ne fanno i direttori di gara e i responsabili del VAR in questa o quella partita a creare grandissima confusione. Palese è stato l’errore, ultimo in ordine di tempo, dell’arbitro Marco Guida, assistito dal collega Davide Massa, in Torino-Inter. Il contatto, nettissimo, tra il piede di Andrea Ranocchia e quello di Andrea Belotti non è stato considerato fallo da rigore, un errore grave che porterà alla sospensione per diverso tempo dei due fischietti.
Altro episodio controverso si è verificato nel match scudetto tra il Napoli di Luciano Spalletti e il Milan di Stefano Pioli. I contatti tra Bennacer e Koulibaly e, soprattutto, l’intervento di Tomori su Osimhen, continuano a far discutere a distanza di diversi giorni. E tanti altri ancora se ne sono verificati nel corso di questa stagione, facendo finire nell’occhio del ciclone il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Alfredo Trentalagne, e il designatore dei direttori di gara, Gianluca Rocchi.
Interviene l’ex arbitro: “Sono stanco, è ora di smetterla”
Sulla questione è intervenuto l’ex arbitro Massimo Chiesa, che non le ha mandate a dire: “Sono favorevole al percorso intrapreso dalle società, ovvero avvalersi della collaborazione di ex arbitri – le sue parole a ‘Radio Punto Nuovo’ – Fondamentalmente, perché alcune cose del regolamento non sono conosciute. Ad esempio, il fallo di mano di Rabiot, non doveva essere ammonito perché il pallone non è diretto verso la porta e la regola è cambiata tre anni fa. Se i calciatori sapessero queste cose, eviteremmo il 60-70% delle polemiche. Il VAR va limitato, perché sta arbitrando praticamente da moviola in campo. Avendo diversi anni sulle spalle, sono stanco delle polemiche e della cultura del sospetto, mi rifiuto di sospettare. Abbiamo vissuto nella cultura del complotto negli ultimi trent’anni, è ora di smetterla“.