Frizioni tra il tecnico biancoceleste e il direttore sportivo per delle divergenze sul calciomercato
Maurizio Sarri ha trovato la strada. Questo dicono le ultime partite della sua Lazio. Insieme al fatto, per niente secondario, che ora ci sono le famose settimane libere, senza Coppe di mezzo. E lì il lavoro sul campo senza… distrazioni esalta il progetto del tecnico toscano.
Sembra una estremizzazione, è chiaro che poi ambizioni e prestazioni si misurano con la rosa che hai a disposizione. Probabilmente a gennaio Sarri si sarebbe aspettato qualcosa in più dal mercato, che invece non è arrivata. E dunque, con gli uomini che ha, gestire due o tre fonti sarebbe diventato problematico. Chiaro che la verifica dei risultati resti come cartina al tornasole della bontà di un progetto. E altrettanto chiaro che l’esito del derby determinerà un giudizio: tra i tifosi e non solo. Anche il presidente Lotito farà le sue valutazioni. Perché c’è da dire anche un’altra cosa: con la sosta immediatamente dopo la sfida contro la Roma – ragionamento che va applicato specularmente anche alla parte giallorossa – chi perde il derby ha due settimane senza campionato per alimentare polemiche e bilanci amari. Ci sarà l’Italia a giocarsi il Mondiale, verissimo. Ma le cose di casa propria peseranno sempre e comunque.
Intanto Sarri che… “rinnova, rinnova”, a questa benedetta firma non è ancora arrivata. C’è qualcosa che crea una zona di penombra nel futuro del tecnico toscano alla Lazio. I più netti la inquadrano dentro una sorta di “o me, o lui” che intercorrerebbe tra il ds Tare e l’allenatore scelto da Lotito la scorsa estate andando ben oltre i parametri economici a cui il presidente della Lazio era abituato. La direzione dell’aut-aut sarebbe vicendevole. Tradotto: un rapporto portato avanti in modo piuttosto formale, pochi alti e diversi bassi tenuti sotto traccia, i risultati a condizionare in un senso o nell’altro la collaborazione tra i due. Ad una Lazio senza Sarri, almeno ora è inutile pensare. Anche perché alternative pronte non ce ne sarebbero. Magari suggestioni (Sergio Conceicao) e niente altro. L’asse Tare-Lotito funziona a meraviglia da anni, con qualche scricchiolio della scorsa estate (riflessioni presidenziali) che sembrerebbe essere del tutto superato.
Spunta il nome di Giuntoli in caso di addio di Tare
Ma c’è uno scenario che non va sottovalutato, anzi va letto e interpretato, e che guarda verso Napoli, dove il prosieguo dell’avventura del ds Giuntoli è in discussione: questa è una situazione che è tornata e rientrata nel corso degli ultimi mesi, sarebbe stato l’importante ingaggio del ds del club partenopeo, finora, a non farla decollare verso il definitivo addio.
Ecco allora che – parafrasando le alleanza politiche in Lega tra Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito – Giuntoli sarebbe visto in cammino proprio verso Roma, sponda Lazio. E chi portò Giuntoli al Napoli arrivando nel 2015? Facile, proprio Maurizio Sarri. Se Tare dovesse davvero salutare la Lazio lo farebbe alla fine di un ciclo straordinario, con qualche errore – chi non li fa? – ma anche molte intuizioni vincenti. E qualche trofeo, che non guasta mai. Il futuro di Igli potrebbe essere in Germania, dove era stato già cercato negli anni scorsi. Prima però c’è il derby della Capitale: che in base al risultato finale può accelerare certi percorsi, frenarli o stopparli del tutto.