Paulo Dybala dirà addio alla Juventus dopo sette stagioni giocate ad altissimo livello
L’ad Maurizio Arrivabene non ha utilizzato troppi giri di parole per confermare nella giornata di ieri la clamorosa bomba di mercato: Paulo Dybala non è più centrale nel progetto sportivo della Juventus e per questo motivo non sono stati fatti particolari sforzi per accontentare le sue richieste economiche per il rinnovo.
Uno scenario quasi impensabile sino a poche settimane fa, come ammesso dall’esperto tecnico Giuseppe Sannino intervenuto in diretta sulla CMIT TV: “Fino a un mese fa pensavo potesse rimanere alla Juve, però ormai avevo capito che attorno a lui si era creato un clima particolare. Poi solo i protagonisti sanno realmente quello che è successo e che vogliono fare. Arrivabene che fa un’intervista e dice che non fa parte del progetto, significa che le parti erano d’accordo”.
Un divorzio difficile da credere anche agli occhi dell’ex allenatore del Palermo, che Dybala lo ha allenato sulla panchina rosanero: “Non credo sia solo una questione tecnica tattica, credo che qualcosa si sia rotto. La cosa che mi fa pensare è che ovunque andrà, dovrà iniziare una nuova strada e mettersi alla prova. Alla Juventus era già un personaggio importante. Poi si dicono tante cose, che aveva tanti infortuni, difficile da collocare in campo, ma se vediamo un attimo dietro ha vinto un anno fa il premio miglior giocatore del campionato”.
Calciomercato Juventus, Sannino su Dybala: “Andrà all’estero”
Ai nostri microfoni, Sannino ha spiegato perché difficilmente Dybala rimarrà in Italia. Non solo per un tema economico, ma anche per un discorso tattico relativo all’Inter di Simone Inzaghi: “Non penso che possa restare in Italia, è la mia opinione. Sapete benissimo che quando uno va dalla Juventus all’Inter deve ricominciare da capo. Metti che sbaglia due partite, fanno in fretta a metterlo alla gogna. Credo che se ha finito con la Juventus andrà all’estero. Ma all’Inter diventa difficile in un 3-5-2 la collocazione, non è uno che se fa la mezzala riesce a gestire fase offensiva e difensiva. Lui ama cercare gli spazi dove può esternare le sue qualità. Lui è nato centravanti. Quando arrivò a Palermo veniva da una squadra di Serie B, il suo ruolo era di centravanti, una posizione in cui ha fatto tantissimi gol. Io l’ho fatto giocare da seconda punta, nel tempo è migliorato tantissimo, nella Juventus è stato spesso sacrificato, a volte ha fatto pure l’esterno. Dybala è un ragazzo sano, pulito, faccia bella, ecco perché per me questa decisione è stata un dispiacere, poteva finire alla Juventus come Del Piero”.
L’allenatore è poi tornato sui motivi del divorzio tra Dybala e Juventus legati all’ingaggio per il nuovo rinnovo: “Le cifre le fa il mercato, il tuo entourage. Penso che lui sia un ragazzo a modo, lui vive per il calcio. E’ un po’ di tempo che non lo vedo di persona. E’ cresciuto in personalità, fa anche piacere. Ma voglio ricordarlo e voglio pensare che sia un ragazzo sano, che vive di calcio con la passione che lo contraddistingue. Non credo che quando andrà via i tifosi della Juventus non lo ricorderanno. Quando ci si lascia è come un matrimonio in cui c’è sempre chi soffre”.
Italia, Sannino: “Mancini ci porterà ai Mondiali. Punto su Immobile”
Tra due giorni l’Italia si giocherà la semifinale playoff contro Macedonia del Nord e Sannino non ha alcun dubbio su chi sarà il centravanti titolare degli azzurri: “Io amo Ciro Immobile, perché è un giocatore che sa sacrificarsi e fa più gol di tutti nel nostro campionato. E’ difficile da marcare, ma c’è un problema. La Nazionale di Mancini rispetto alle altre ha sempre imposto il gioco, cioè giocare nella metà campo avversaria. Se vai a giocare di là non ci sono gli spazi che si sa creare e sa attaccare Immobile. Ecco le perplessità di Immobile in Nazionale, perché gioca sempre nella metà campo avversaria e quindi gli spazi sono ristretti tra portiere e difesa. La grande qualità di Immobile è di attaccare lo spazio, lì diventa immarcabile. Ma Mancini è un grande allenatore, credo e mi auguro che ci porterà ai Mondiali”.
Infine, sulla prospettiva di un ritorno in panchina in Italia: “Sono stato sempre all’estero negli ultimi quattro anni. Ho fatto Grecia, Ungheria e sono andato anche in Libia, si migliora in qualsiasi posto. Mi auguro di trovare una situazione a breve, a me manca, ho 65 anni ma sono un ragazzino dentro. Finché ho questo ardore voglio fare questo”.