Per Massimo Donati la Juventus farà fatica a rimpiazzare l’addio a costo zero di Paulo Dybala
Dalla notte della Nazionale Italiana impegnata stasera a Palermo contro la Macedonia del Nord, all’addio già annunciato di Paulo Dybala alla Juventus: l’ex calciatore ed opinionista Massimo Donati ha spaziato su più temi nel lungo intervento di questo pomeriggio in diretta sulla CMIT TV.
Questa la lunga intervista dell’ex centrocampista che in Serie A ha vestito le maglie, tra le altre, di Palermo, Verona e Bari:
PLAYOFF MONDIALE – “A Palermo manca da un po’ il grande calcio, ma è una città che risponde sempre presente perché lì si vive di calcio”.
DYBALA – “Secondo me è un giocatore che sposta gli equilibri, è il classico top player che tutti vorrebbero. Poi ci sono delle condizioni fisiche da vedere, l’aspetto mentale, ci sono tante cose. Io Dybala in campo lo vorrei sempre, secondo me la Juve ci va a perdere. Uno come Dybala non è semplice da rimpiazzare, poi è normale che ogni squadra fa le sue valutazioni ed ha già avuto un esborso importante con Vlahovic. Lo vedo dappertutto, Inter o Atletico, è un giocatore determinante”.
CENTROCAMPO MILAN – “Un nome in mente ce l’ho per il centrocampo del Milan ed è Koopmeiners dell’Atalanta, è fortissimo in tutto quello che fa, fisicità e tiro in porta, per me è uno veramente forte. Asslani è bravo ma è all’inizio, giocare in grandi squadre è un altro conto, so che l’aspetto mentale conta tanto. Ci son tanti giocatori che fanno boom subito e poi vanno a calare. Come Jorginho, era con me a Verona e non avrei mai scommesso su Jorginho, invece mentalmente era pronto per fare questo tipo di percorso, ma sempre dopo qualche anno di gavetta”.
JOYA – “Rendimento bianconero? Alla Juve secondo me ha dato tanto, negli ultimi periodi magari no ma per qualche problematica fisica, in più non si è sentito così importante. E non sentirsi importante lo ha sempre tenuto con un po’ di pressione, ma negli anni precedenti ha fatto cose meravigliose. E’ vero che, non solo Dybala, ma la maggior parte dei giocatori hanno bisogno di sentirsi importanti dall’ambiente. Infatti nei primi cinque anni ha fatto grandissime cose. Sulla posizione in campo sicuramente lo terrei più in zona centrale, piuttosto che spostato in un attacco a tre, più sta vicino alla porta e meglio è. Da seconda punta va bene, ma dev’essere lasciato libero perché le sue giocate sono risolutive”.
CAPOLISTA – “Se mi stupisce? Un po’ sì, qualche giorno fa leggevo che il monte ingaggi del Milan è più basso rispetto ad altre big, significa che per far bene non serve indebitarsi alla follia. La gestione di Calhanoglu e Donnarumma è stata corretta, nonostante questi addii sei primo in classifica. Perché nella maggior parte dei casi è il gruppo che determina, poi devi avere i calciatori bravi altrimenti non vinci. Allenatore e tifoseria hanno creato qualcosa di bello, così come aveva fatto l’Atalanta negli ultimi anni. Sono cresciuti Tonali e Leao, poi Giroud è stato un ottimo acquisto. Tante cose fatte bene ti portano a questi risultati”.
BARELLA TOP – “Credo che l’Inter non si priverà mai di Barella, può diventare un simbolo. Normale che sia un giocatore diverso rispetto a Verratti e Jorginho. Ha margini di crescita, è uno di quei calciatori che tutti vorrebbero, possiamo parlare di un top”.
BALOTELLI OUT – “Non l’avrei portato perché le partite sono troppo importanti e il gruppo è una cosa fondamentale. Balotelli è una prima donna, non me ne voglia perché è un ottimo calciatore, ma in questa Nazionale c’entra poco”.
LOCATELLI – “Bisogna dargli un ruolo ben preciso, se giochi partite da play e altra da mezzala, capisce che anche il giocatore va un attimo in confusione. Ha dimostrato che può fare bene entrambe le cose ed è un giocatore da Juve, ma bisognerebbe dargli un ruolo fisso e lavorare su questo. Parliamo di un ottimo giocatore”.
CENTRAVANTI NAZIONALE – “Chi scelgo? Dico Immobile per i numeri, alla fine gli attaccanti vengono valutati per i gol e Immobile li ha sempre fatti perché vede la porta. Dal punto di vista della manovra non sarà il top, ma alla fine ti fa vincere le partite con i gol”.
ARTHUR – “Viene dal Barcellona ed è normale aspettarsi molto, ma nel ruolo che ricopre è difficile determinare in termini di assist e gol. Il fatto che la Juve non abbia fatto un’annata buona fino allo scorso mese, non credo si possa colpevolizzare un solo calciatore perché lo stesso Allegri dice che del giocare bene non gli interessa più di tanto e bada solo al risultato. Magari non è stato valorizzato, ma sulle qualità del giocatore non si può dir niente. Ci sta che Allegri non piaccia, ma contano i risultati. L’allenatore deve essere bravo a capire il modo con cui raggiungere i risultati, tutti sono più contenti di vincere giocando malissimo che di perdere giocando benissimo”.
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