In diretta con una delle voci radiofoniche più famose dello sport italiano
Serviranno diversi mesi per dimenticare la clamorosa disfatta di Palermo della Nazionale Italiana, rimasta fuori dai mondiali per la seconda edizione di fila dopo la sconfitta ai playoff contro Macedonia del Nord.
Nella diretta del pomeriggio sulla CMIT TV, siamo tornati sul tema insieme all’ex radiocronista Riccardo Cucchi: “Scamacca l’attaccante del futuro? Tutto lascerebbe pensare di sì. Ha qualità che ha già messo in mostra, la mia preoccupazione è di non bruciarlo. Credo che bisognerà avere pazienza per Scamacca e per tutti gli altri giovani, non bisogna avere fretta”.
L’argomento del giorno riguarda però la riconferma di Mancini, una scelta totalmente approvata dal noto giornalista: “Personalmente lo riconfermerei, ma la cosa più importante è la sua volontà, senza sarebbe impossibile. Come tutti noi, lui è molto deluso dalla gara di Palermo. Si vuol mandar via un allenatore perché non si giudica positivamente il suo lavoro, ma al suo posto chi? Io mi sono interrogato tra quelli possibili, Conte e Ancelotti hanno la loro panchina. Secondo me tra quelli liberi nessuno potrebbe fare meglio di Mancini. La sconfitta con la Macedonia non ci deve far dimenticare la striscia di partite senza sconfitte, la vittoria dell’Europeo, in due anni ha lavorato bene. Credo che si debba dare un’altra chance a Mancini, io non vedo altri possibili ct che possano far meglio di lui”.
DISFATTA DI PALERMO – “Ogni partita nel calcio è storia a sé, contro la Macedonia è stata una partita sbagliata. Possiamo dare anche delle colpe a Mancini, ma se la giocassimo altre dieci volte sono convinto che non finirebbe per com’è finita. In Corea abbiamo perso contro la Corea del Sud, nella storia del calcio potremmo ricordare quante volte Inter e Juventus in testa alla classifica hanno vinto contro squadre in basso alla classifica. Questo è calcio. Ma non si possono dimenticare cosa ha fatto Mancini dopo ciò che era avvenuto nel 2017 e dimenticare questi tre anni di lavoro”.
EUROPEO 2020 – “L’Italia non era la più forte, sicuramente Francia, Belgio, Spagna e Inghilterra erano più forti, ma noi siamo stati più bravi. La Francia era la squadra che avrebbe dovuto vincere a mani basse, ma non sono stati bravi, il calcio è anche esprimere in campo la propria forza e l’Italia ha fatto anche di più. Ha potuto sfruttare i giocatori scelti da Mancini in condizioni straordinari, si sono incrociate certe condizioni che raramente si incrociano sul campo. Anche nel 2006 si sono messe insieme una serie di circostanze che hanno favorito quel percorso, meritato. Non è stato un disastro, 37 risultati utili consecutivi non li aveva centrati nessuno. Per rendimento ha superato Sacchi, è il primo allenatore nella storia della Nazionale Italiana. Quello che è importante è mantenere la lucidità, significa anche ricominciare”.
MANCINI – “Per come conosco io Roberto, a volte nasconde i suoi sentimenti. Può sembrare timido, ma tende a nascondere i suoi sentimenti. Dobbiamo essere molto sinceri, io ho vissuto altri periodi della Nazionale e fino ad un certo punto era centrale nel progetto del calcio italiano. Quando giocava la Nazionale si fermava un paese, c’era una passione, un affetto che non vedo più anche da parte dei tifosi. In genera l’analisi viene fatta in base ai propri calciatori e si criticano quelli delle altre squadre. Addirittura l’opinione pubblica è arrivata a dire che dal 2006, anno di calciopoli, non seguiamo più la Nazionale. Detto questo che è l’umore del pubblico. Palermo è stata bella perché quella gente ha messo passione, in altre città non avrebbero trovato la stessa passione. C’è la necessità di rivedere la struttura del nostro calcio, bisogna rimettere al centro la nostra nazionale. Che non dev’essere vista come un disturbo al campionato o al calendario. E’ la cultura che sottintende questa negazione alla Nazionale, al centro oggi ci sono i club ed è sotto gli occhi di tutto, un cambiamento che ha marginalizzato la Nazionale. E bisognerebbe ragionare di nuovo sui settori giovanili che sono stati letteralmente abbandonati in Italia”.
SERIE A – “Campionato a 18 squadre? L’unico che lo ha a 18 squadre è la Germania, in Inghilterra e Spagna no, eppure le loro Nazionali vanno bene”.
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