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Arriva la rivincita: “Mi hanno dato del razzista, ma avevo ragione”

L’ex presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, è tornato a parlare dell’eliminazione dal Mondiale in Qatar dell’Italia

Alla vigilia dell’inutile sfida contro la Turchia, brucia ancora, e non potrebbe essere altrimenti, l’eliminazione dell’Italia dalla fase finale del Mondiale del Qatar, in programma nel prossimo inverno.

Arriva la rivincita: "Mi hanno dato del razzista, ma avevo ragione"
Carlo Tavecchio ©️ LaPresse

Oggi, il commissario tecnico degli azzurri, Roberto Mancini, in conferenza stampa ha parlato del futuro, chiarendo di voler andare avanti, nonostante questa disfatta Mondiale, la seconda consecutiva. Dunque, a meno di clamorosi colpi di scena, non ci sarà nessuna rivoluzione, sia per quanto riguarda la guida tecnica che quella federale, con Gabriele Gravina destinato a rimanere in sella. Una questione che, com’è normale che sia, continua ad infiammare tifosi e addetti ai lavori. E sono tanti i pareri che piovono sulla questione.

Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC, ha espresso chiaramente la sua posizione: “Gli attaccanti italiani si contano sulle punta delle dita di una mano, se non usiamo i nostri giovani non abbiamo alternativa che chiamare Tizio, Caio, Sempronio che non sono cresciuti nei nostri vivai – le sue parole a ‘Radio Punto Nuovo’ – Dimissioni? Ognuno fa quello che vuole“.

Tavecchio si prende la rivincita: “Avevo ragione”

Tavecchio è un fiume in piena: “Abbiamo un sacco di gente che toglie il posto agli italiani, mi diedero del razzista quando sollevai questo problema. Il pescare nel mare magnum degli stranieri porta a questi risultati. Bisogna fare centri di formazione federale, è il primo passaggio per ottenere dei giovani che possano esprimersi a certi livelli. Bisogna potenziare questi centri e mettere dei limiti sull’utilizzo degli stranieri. Parlo ovviamente degli extracomunitari. La Lega di Serie A si renderà conto del problema di quanto sia cadendo in basso il nostro calcio quando capiranno che non potranno più comprare giocatori a 5-6 milioni l’anno. Andiamo verso una naturale autarchia”.

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