La prima stagione dal ritorno alla Juventus di Massimiliano Allegri non è stata fin qui troppo esaltante. Dal finale potrà poi essere giudicata a pieno, mentre lo stesso allenatore si confessa in un’intervista
La scorsa estate è tornato in sella alla Juventus Massimiliano Allegri, con un progetto quadriennale atto a riportare in alto i bianconeri dopo il crollo della stagione precedente. L’inizio non è stato dei più promettenti e solo con l’avvento del nuovo anno e l’arrivo di Vlahovic la Juve sembra aver ritrovato una costanza quanto meno di risultati. Molto dipenderà dal finale di stagione per il giudizio finale sull’operato di Allegri che intanto ha concesso una lunga ed interessante intervista a ‘GQItalia’: “Il calcio mi è mancato soprattutto il secondo anno, però non l’ho mai vissuto come un’ossessione”.
Sulla prospettiva futura di smettere: “Dipende uno da che vuole fare nella vita! Uno che mi è rimasto come punto di riferimento è Platini, il primo giocatore a smettere a trentadue anni. C’è l’aspetto economico certo, c’è la fama, la passione. Però va trovata la forza per capire quando è giusto smettere e come è giusto farlo”.
Juventus, senti Allegri: “Avevo già firmato con il Real Madrid”
Allegri ha quindi continuato sul momento giusto di tornare in panchina dopo gli anni di pausa con tanto di retroscena: “Sì, era il tempo giusto. Sono stato fermo parecchio, sarei comunque tornato ad allenare, avrei potuto farlo prima ma poi sono subentrate anche questioni personali e di famiglia. La decisione di tornare alla Juventus, oltre al fatto di essere legato alla proprietà e al club, è anche frutto del desiderio di stare accanto a mio figlio, che vive a Torino con la madre. L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato”.
REAL – “A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli“.
Sulla permanenza di Morata: “La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Alvaro e gli ho detto: ‘Non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante’, e così è stato”.