Real, Psg e… City! Il futuro di Mbappé sta diventando un tavolo da poker. La situazione sull’attaccante francese
Il futuro di Kylian Mbappé finisce un po’ dentro la nebulosa che avvolge i piani del Psg per la prossima stagione. Ed è lo stesso giocatore francese a portarcelo, con una dichiarazione che sembra riaprire a tutti gli scenari possibili. E a qualcuno nuovo che proviamo a svelarvi. “Non ho ancora deciso – le parole dell’attaccante dopo la vittoria con il Lorient – Voglio prendermi del tempo per non sbagliare, riflettere con calma. Ci sono nuovi elementi e numerosi parametri su cui ragionare. Voglio fare la scelta migliore insieme alla mia famiglia. Se il Psg è una possibilità ancora aperta su cui ragiono? Certo, sentire l’affetto dei tifosi qui è sempre bello e li ringrazio per questo”.
Fin qui le dichiarazioni e da qui il lavoro necessario per interpretarle e capire fino in fondo le “verità” di Mbappé. Aggiungendo al quadro le parole di Daniel Riolo, il giornalista di ‘RMC Sport’ molto informato sulle vicende di Psg, che ha detto: “So che nessuno ci crederà ma Kylian firmerà il rinnovo a maggio“. Cominciamo da qui.
Davvero il Psg non è una porta chiusa per il suo bomber in scadenza. La risposta è sì, non lo è: Mbappé non dice una cosa non vera quando risponde che certo, il suo attuale club è nelle riflessioni che sta ultimando sul futuro. Ma dopo mesi di offerte faraoniche, senza limiti, obiettivamente ci si chiede perché bisognerebbe restare ancora per restare. Però il colpo di teatro non si può escludere del tutto. Forse legato (da qui parte della calma di Mbappé?) alla scelta del nuovo tecnico, al fatto che se fosse Zidane potrebbe arrivare la telefonata risolutiva? Siamo nel campo delle ipotesi residuali.
Quei nuovi elementi, quei parametri su cui ragionare con calma di cui parla il giocatore, cosa sono realmente? Sussurri da Madrid dicono che ci sia un nodo che rischia seriamente di diventare un arrocco: riguarderebbe i diritti di immagine, questione su cui l’attaccante e il suo entourage sarebbero molto vigili e sensibili non soltanto per questioni economiche, ma anche per una sorta di libertà etica di scegliere le aziende a cui abbinare il proprio nome. Sarebbe iniziato piano il confronto sul tema, per finire lentamente in un labirinto di questioni da cui ora bisogna uscire. I parametri… Una vicenda che per Florentino Perez rischia di diventare una trappola: il popolo blancos ormai si aspetta Mbappé e non portarlo a casa sarebbe una sconfitta seria, da riparare come?
Dopo i “parametri” ci sono gli “elementi nuovi”. E anche qui entriamo nel campo dei sussurri, che dalla Spagna si spostano in Inghilterra e soffiano sempre verso Parigi. Sembra che il Manchester City e Pep Guardiola, abbiano cominciato a muovere qualche pedina sullo scacchiere per capire cosa succede veramente tra Mbappé, il Psg e il Real, quanto spazio di manovra possa esserci. Una occasione ghiotta, un contratto in scadenza, uno stallo pericoloso a due mesi da giugno. Il resto, oltre le parentele “distanti” tra Mansur e Al-Thani, è una storia di sceicchi ed emiri, Abu Dhabi e Dubai, il calcio per esprimere potere di tipo diverso. Una grande occasione, vista da Manchester. Ed ecco perché il City starebbe provando a mettere una “fiche di presenza” sul tavolo da poker della vicenda Mbappé.
Un tavolo al quale, per voler rimettere le cose al loro posto, il Real continua a sedersi nel ruolo di quello che ha in mano il punto più alto (a questo punto servito) e può solo giocarsela male per non prendere il piatto. Il City e il Psg devono ancora cambiare le carte e vedere il loro punto: ma uno deve costruirsi la strada, l’altro forse ha troppo terreno da recupera a questo punto. Poi c’è Mbappé. Mica tanto “poi”: alla fine è solo lui che decide.
Giorgio Alesse
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