Sergio Pellissier è una leggenda del calcio italiano e su questo nessuno ha dubbi. L’attaccante parla a 360 gradi, anche di Inter e Milan
Sergio Pellissier non ha alcuna intenzione di smettere, non per davvero. Il bomber è ripartito dalla Clivense e per uno come lui è sicuramente un onore.
Parliamo di una leggenda del calcio italiano, dell’eroismo dei bomber, del pallone giallo, per il Chievo, e non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo. Oggi l’attaccante è stato ospite della CMIT TV durante la diretta di Twitch e ha parlato anche del reparto offensivo di Stefano Pioli: “Origi nome giusto per il Milan? È difficile dirlo perché il calcio italiano è diverso da quello inglese. Può comunque far bene, anche se non mi dispiace l’attacco attuale del Milan. È vero che sono datati, ringiovanire può far bene. Bisogna capire in quanto tempo si potrà adattare al nostro calcio”.
Poi l’annosa domanda su chi sia attualmente il nuovo Pellissier: “Ora è difficile, stiamo dando sempre la colpa ai calciatori che non vogliono restare. Sono cambiati anche i presidenti: non ci sono più i Moratti e i Sensi, per dire. È normale che se lo fai per passione, un calciatore lo tieni. È difficile trovare calciatori che possono restare nelle loro squadre”.
Pellissier si sofferma poi sulla coppia con Alberto Paloschi: “Ho fatto qualche annetto con lui. Era molto simile a Inzaghi, viveva per il gol, in area. Era sempre in movimento, sul fuorigioco. Ha fatto meno gol di Inzaghi, ma l’idea era simile a quella dell’ex Milan e Juve. Poi si è perso? Ogni anno devi dimostrare di essere forte, giocatore vero. Forse se fosse rimasto al Chievo avrebbe continuato a giocare. Andando via devi ricominciare da capo. Poi è andato all’estero e ha fatto fatica, all’Atalanta ha trovato il boom di altri calciatori. Da lì si innescano altre problematiche. Ma non è facile essere ogni anno al top”.
Di ricordi Pellissier ne ha per forza tanti, dall’Italia a quel gol all’Inter: “Quando ero in grande forma, avevo davanti grandissimi attaccanti, più forti di me. Andare in Nazionale anche solo per una partita è stato un regalo di mister Lippi. Gol all’Inter in pallonetto? Era bello ricordare a tutti i sospettosi che ero ancora io, nonostante l’età, poi l’ho fatto ad Handanovic all’ultimo secondo. Sono ricordi belli”.
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