Il futuro di Kylian Mbappé diventa sempre più una… questione politica.
Emmanuel Macron, in piena campagna elettorale per il rinnovo della carica da presidente della Repubblica francese, nel corso di un evento pubblico ha prima scherzato sull’argomento, ma poi si è fatto serio. “Non c’è la possibilità di Mbappé voglia trasferirsi a Marsiglia, all’OM, altrimenti mi sarei battuto anche per questo. Stando così le cose è bene quindi lottare affinché resti in Ligue 1, perché è un grande giocatore”. Leggi Ligue 1 e deduci una cosa soltanto: il Paris Saint Germain , che aspetta ancora un cenno dal giocatore per arrivare ad un rinnovo che oggettivamente oggi, a poco più di due mesi dalla scadenza naturale del contratto, sembra (o sembrava?) utopia.
Macron ha stabilito da tempo un rapporto personale con l’attaccante del Psg. Lo conobbe in una cena per lo sviluppo dei rapporti con l’Africa, il giocatore aveva appena 19 anni e il presidente rimase colpito dalla sua maturità. Da allora è rimasta una frequentazione a distanza fatta di messaggi, qualche altra occasione ravvicinata in cui scambiarsi opinioni. In questo scenario non passi inosservata la disponibilità di Mbappé a prestarsi con il proprio volto e le sue parole alla campagna di incentivo alla vaccinazione per l’attività di contrasto al Covid 19.
Ecco perché si può ben dire che la questione della sua permanenza a Parigi sia in qualche modo diventata… politica. E’ qualcosa per cui la Francia sente di giocarsi una parte di immagine. E questo trova piena consonanza con l’anima qatariota del Psg, che alle porte del mondiale in casa si gioca a sua volta un proprio grande pezzo di immagine riguardo al futuro del centravanti del Psg.
A questo proposito non ci sono spiegazioni ufficiali al sentimento che si sta diffondendo nelle ultime ore, ma nella sede del club si sta diffondendo un qualcosa che forse definire con la parola ottimismo potrebbe portare ad andare troppo al di là della realtà. Ma se prima Mbappé veniva considerato all’80 per cento lontano da Parigi, ora il Psg si sente in gradi di giocare una rimonta che qualcuno già vedrebbe in parte realizzata. L’offerta economica al giocatore sembra aver raggiunto livello che economicamente appaiono impareggiabili (si dice intorno ai 35 milioni). Chiaro che la scelta del ragazzo sarebbe di natura non solo economica, ma si sa che in certi casi i soldi possono aiutare a ragionare.
A Madrid seguono tutto questo con grande attenzione e forse ponendosi gli stessi dubbi che serpeggiano nella vicina Francia. Come è verso che se avesse deciso di restare l’attaccante del Psg avrebbe probabilmente posto fine alle atmosfere sospese di una scelta ancora da compiere, è altrettanto vero che se Madrid fosse la scelta definitiva non si comprenderebbe il motivo di non averla ancora ufficializzata. Insomma, non si sentono forse più sicuri nemmeno in casa Real. Si è detto che ci sarebbe un nodo da sciogliere sui diritti di immagine e sul modo con cui il giocatore amerebbe abbinare liberamente il proprio nome ad alcune aziende e non ad altre, arrogandosi il diritto di scegliere. Si è detto anche che, defilato, in questa attesa potrebbe materializzarsi anche il City. Ma certo è che questa esposizione pubblica di Macron (non la prima, peraltro nell’ultimo mese) in qualche modo ha alimentato i dubbi marinisti. Aspettando sempre Mbappé.
Giorgio Alesse
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