In piena lotta salvezza con il suo Spezia, Thiago Motta insidia Antonio Conte per il trasferimento in una big europea
Il Ramadan finisce oggi, il Psg si rimette in moto e da ora sarà più facile, giorno dopo giorno, capire quad sarà il futuro della squadra regina di Francia. Le riflessioni erano cominciate dal giorno dopo il flop di Champions contro il Real Madrid: poi si è preferito stopparla per non agire troppo a caldo. Ma ora si riparte. La questione tecnica è quella più urgente: il dopo Pochettino e la posizione di Leonardo mai tanto in bilico come questa volta. Il nome rimasto sotto traccia per la panchina – una sorta di sogno – è quello di Zinedine Zidane, promesso ct della Francia post Mondale in Qatar. Con il passare dei giorni la sua candidatura sulla panchina del Psg sembra essere evaporata, forse perché è stata vagliata la difficoltà di concludere positivamente il corteggiamento.
Negli ultimi giorni ha preso corpo e vantaggio la pista che porta ad Antonio Conte, che potrebbe chiudere la sua avventura al Tottenham per abbracciare Parigi otto anni dopo l’estate 2014, quando ci era andato molto vicino: Conte sarebbe l’emblema della rivoluzione, viste le richieste che il tecnico italiano avrebbe avanzato alla proprietà qatariota, dal nuovo ds con cui lavorare gomito a gomito nelle strategie di mercato (Gianluca Petrachi) a tre pezzi da novanta indicati come punti fermi della rifondazione: Lukaku, Pogba e Barella. Con Conte, ma in posizione arretrata, c’è l’ex ct della Germania Löw, che era già stato accostato in passato al Psg. Nelle ultime ore è riemersa una candidatura di cui abbiamo parlato a inizio marzo, e che per la verità non era stata mai abbandonata, ma solo defilata, forse anche strategicamente.
Parliamo di Thiago Motta, il tecnico che si sta giocando la salvezza con lo Spezia, reduce dalla feroce polemica con la Lazio innescata per il gol in fuorigioco di Acerbi che ha dato la vittoria alla squadra biancoceleste sabato scorso. Bene, Thiago Motta, confermano le informazioni in possesso di Calciomercato.it, è sempre stato nella testa della dirigenza qatariota e c’è chi sostiene che la panchina del Psg sia scritta nel suo destino. Una sensazione avvalorata dal suo percorso da giocatore del Psg e poi dall’inizio della sua carriera da tecnico, partita proprio nella giovanili parigine.
Motta è considerato un tecnico di formazione Psg, il suo rapporto con Al Khelaifi è forte, piacciono la sua personalità, il suo stile. Thiago sta a Parigi come Xavi sta a Barcellona. C’è un percorso che è quasi scritto e che si lega ad una valutazione più profonda, di filosofia, di metodo. Thiago Motta sarebbe l’uomo giusto per una rivoluzione d sistema che dia al Psg un volto nuovo: non solo la parata di stelle, ma il vivaio costruito e valutato in ottica prima squadra, alimentando un dialogo che oggi c’è ma risulta affievolito. Il tecnico brasiliano sarebbe il certificato di garanzia di un nuovo Psg. Bisogna solo capire se la dirigenza qatariota riterrà che sia maturato ora il tempo per questo tipo di svolta.
Una cosa è certa: qualora ciò non fosse e si mantenesse la linea del Psg multimilionario e stellare che guarda solo al top in giro per il mondo e poco o niente al talento in casa, Thiago Motta non uscirà mai dalla testa del Psg, ma ci resterà rinviando l’appuntamento al prossimo giro. L’empatia e la sintonia nate dieci anni fa, quando arrivò calciatore dall’Inter a Parigi, non si sono interrotte nel 2019, nel momento in cui Thiago ha scelto di provare l’avventura in Serie A, al Genoa. C’è stato un arrivederci non detto. Scoccherà il tempo perché sia un nuovo abbraccio.
Giorgio Alesse
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