L’ad della Lega Serie A De Siervo contro la nuova Champions, poi spiega il calendario delle ultime giornate
Sono ovviamente mesi e settimane convulse per tutti i campionati, con i verdetti principali ancora da assegnare tra scudetti, posti europei, retrocessioni e promozioni. Ma d’attualità è ovviamente anche la questione legata ai tanti cambiamenti epocali che tutto il mondo del calcio sta affrontando. Come il nuovo format della Champions League dal 2024, che dovrebbe per certi versi anche rispondere all’esigenza della Superlega per alcuni club.
Sul tema si è espresso in maniera importante l’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo: “La nostra è una posizione critica su due dinamiche. La prima è sul numero di partite, perché vengono aggiunte 100 partite, solo per il 40% in più di risorse economiche. Per la Serie A significherebbe perdere oltre 200 milioni all’anno e questo è un fatto inaccettabile. Il fatturato Uefa dovrebbe crescere di un miliardo e 800 milioni, ma nella ridistribuzione la Serie A perderebbe oltre 200 milioni l’anno. Cerchiamo di fare in modo che le partite del girone iniziale siano solo otto e non dieci”, ha tuonato a ‘Radio Anch’io Lo Sport’.
Deciso quindi il commento di De Siervo sulla Champions e l’Uefa, che poi continua anche sulla questione coefficienti delle quattro squadre in più: “Tende a premiare determinate performance, una specie di strizzata d’occhio al modello Super League. Dalle stime che abbiamo fatto, l’Italia avrebbe solo una squadra in più nei prossimi dieci anni, rispetto al 60% delle squadre inglesi e il 30% delle spagnole. Ci sarebbe una sperequazione rispetto ai due campionati che già dominano nelle competizioni europee, premiando le squadre alla base della Superlega”.
De Siervo è scatenato e annuncia anche la ‘novità’ Supercoppa: “Si torna in Arabia, abbiamo un contratto ereditato, è l’ultimo anno, abbiano cercato di risolverlo ma per una serie di clausole non è stato possibile. Stiamo valutando un altro accordo di prospettiva sempre all’estero”. E infine sui calendari delle utime tre di Serie A e la questione relativa alla contemporaneità: “Facciamo parte di un modello economico con delle regole, per mettere più pubblico possibili in condizione di vedere le partite. È stato deciso anni fa che l’ultima giornata si giochi in contemporanea, se necessario. Ed è uguale a quello che avviene all’estero, il modello economico è uguale per tutti”.
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