Josè Mourinho ha parlato al termine di Roma-Leicester: da Abraham ai tifosi, passando per Carlo Ancelotti e il Real
Le parole di Josè Mourinho al termine di Roma-Leicester: dai tifosi a Abraham, passando per Ancelotti.
A ‘Sky’ lo Special One ha dichiarato: “Mi scuso con lo studio, ma sono stanco e voglio andare a casa. È una vittoria della famiglia, non solo di quella che era in campo e in panchina ma di quella allo stadio. Questo è il nostro merito più grande: quest’empatia e questo senso di famiglia. Abbiamo fatto una gara straordinaria: altri possono pensarla in un altro modo, ma se il portiere in due partite fa due parate contro una squadra di Premier League significa che abbiamo fatto qualcosa di buono. I ragazzi sono stati straordinari, meritano questo. Ora ci sono tre partite di Serie A per finire al meglio possibile, poi la finale è sempre la stessa storia. Quattordici partite sono tante, le abbiamo pagate con punti persi ma ora andiamo in finale”.
ATTEGGIAMENTO – “Noi siamo una squadra che rischia nel modo di pressare ma non abbiamo la capacità di farlo per novanta minuti. Poi siamo passati al 5-3-1-1: la linea di cinque ha controllato molto bene, il centrocampo ha fatto bene. Non era facile con l’assenza di Mikhitaryan, grande lavoro di Zaniolo e Abraham. Famiglia, è l’unico modo in cui possiamo definire questa storia”.
Roma-Leicester, Mourinho e il messaggio ad Ancelotti
ABRAHAM – “Tammy lo sa: mi rifiuto di parlare bene di lui perché può fare meglio. E’ un grande giocatore ma ha le potenzialità per fare meglio: io mi rifiuto di accettare quando uno può fare meglio. La disponibilità deve averla in tutte le partite”.
ANCELOTTI – “Un grande amico mio, grande Real e grande Carlo: ora vinciamo la finale”.