Jose Mourinho è raggiante in conferenza stampa dopo la vittoria con il Leicester che è valsa la finale di Conference League contro la Roma
Jose Mourinho conquista la sua prima finale sulla panchina della Roma, eliminando il Leicester di un amico come Brendan Rodgers.
E in conferenza stampa lo Special One lancia subito l’appello alla Lega: “Il primo modo per preparare questa finale è avere il rispetto del calcio italiano e farci giocare l’ultima partita venerdì. Sicuramente il Feyenoord farà lo stesso e penso che noi, rappresentando il calcio italiano, meritiamo l’opportunità di prepararla nel miglior modo possibile”.
Poi Mourinho allarga il discorso: “Il senso di squadra che abbiamo cominciato a costruire in Portogallo nel primo giorno di ritiro, poi giorno dopo giorno, i giocatori, lo staff, i tifosi. Questa partita è stata vinta da tutti, di famiglia, per questo la mia emozione. Ho fatto finali più importanti di questa, ma il senso di una gioia incredibile di tutti l’ho sentito in modo speciale. Ora bisogna guardare alla partita con la Fiorentina, anche Mkhitaryan non lo rischieremo. Abbiamo tre partite e dobbiamo pensare seriamente a queste tre, possiamo dire grazie ai nostri tifosi nell’ultima partita che giochiamo all’Olimpico. Ora l’emozione andrà progressivamente via e dobbiamo pensare che abbiamo queste quattro partite da giocare”.
Il portoghese continua: “Cosa penso di aver portato in più? Non voglio dire io quello che ho dato. Ho dato lo stesso di tutti gli altri, ognuno di noi ha dato lo stesso. I magazzinieri, i terapisti, i giocatori che giocano sempre e quelli che giocano meno. Questo senso di famiglia. La mia emozione, la mia gioia, con gli anni uno diventa meno egocentrico e più ‘papà’ del gruppo, per non dire nonno che è ancora presto. Sono contento per tutti. Ricorderò sempre la gente per strada, le signore con le bandiere sui balconi, i bambini per strada. Questo per me significa tanto. Roma è una città giallorossa. In un anno si sente facilmente, anche se vivi a Parioli. Roma è una città giallorossa. E domani si vedrà questa gioia. Io ho dato il mio piccolo contributo per questa gioia e questo mi fa felice”.
E sulle lacrime a fine partita, Mourinho non ‘smentisce’: “Sì, forse ci sono state. Non lo escludo. Perché ho provato l’emozione di tutti quelli che amano la Roma. Ho un romanista pazzo con me, per tanti anni che l’ho avuto al Chelsea, mi ha fatto capire bene il significato di questo club per la gente. Un club gigante che non ha una storia di trofei importante rispetto alla dimensione sociale che ha. Non è un trofeo, ma una finale che significa tanto per loro. Ho sentito cosa hanno provato”. Poi su Abraham, che aveva chiesto il cambio: “Anche stanco morto, nella palle inattive in difesa è fantastico. Per cinque minuti in più, magari c’è un corner dove tu vai in finale o ai supplementari. Per questo esigevo da lui sempre un minuto in più. Ma il ragazzo era stanco e ho dovuto cambiarlo, ma tutti hanno fatto uno sforzo straordinario. In due gare contro una buona squadra, Rui Patricio ha fatto una grande parata a Leicester e oggi niente. La palla a loro non è stato un problema per noi. E andiamo a Tirana”.
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