Lewandowski e Lukaku sul piede di partenza, i bomber vogliono cambiare maglia: ma l’addio agli attuali club non è scontato
Quasi 1.300 partite e 806 gol in due, un patrimonio importante spalmato – anno più anno meno – su tre lustri di calcio internazionale: Polonia e Bundesliga per Robert Lewandowski, Belgio e Premier – con una sortita in Serie A, all’Inter – per Romelu Lukaku.
Due giganti nel ruolo, entrambi pronti ad essere protagonisti del mercato estivo ormai alle porte: anzi, praticamente iniziato. Due posizioni abbastanza simili, se andiamo ad analizzarle nel dettaglio: entrambi considerano chiusa con tempi oggettivamente diversi la loro avventura con Bayern Monaco e Chelsea. Il polacco ad un anno dalla scadenza e con alle spalle un percorso di fedeltà lungo otto anni, vuole cogliere l’ultima occasione della sua carriera (a proposito, di quegli 806 gol in due lui ne ha fatti 540, il doppio dell’altro). Il belga è appena tornato al Chelsea dove era arrivato tra grandi dichiarazioni d’amore, non si è mai trovato con Tuchel e ora scalpita per andare via: dopo una operazione estiva molto onerosa per il club londinese (ora passato in nuove mani) che spese più o meno un anno fa 115 milioni, l’operazione più onerosa della sua storia.
Bene, sono fresche le notizie di un pesantissimo sfogo di Lewandowski nello spogliatoio del Bayern (Lukaku in passato non se ne è fatti mancare, anche pubblici). Il polacco vuole andare al Barcellona, il club pronto a spalancargli le porte per vivere un’esperienza nella Liga dopo tana Germania. Ma il club bavarese si sta mettendo di traverso, da quelle parti non amano farsi imporre le cose e bisogna stare attenti perché potrebbero anche decidere di fare arrivare Lewandowski alla fine naturale del contratto: certamente un anno così non converrebbe a nessuno. Nessuno vuol dire nemmeno al giocatore. Le voci di un incrocio tra Londra e Monaco di Baviera per mettere in piedi una operazione che potrebbe risolvere i due problemi ai due club sono suggestive, si può anche pensare che qualcosa si sia mosso a livello di società, ma le idee dei diretti interessati sembrano diverse. Il Barcellona, tornando al bomber polacco del Bayern, può mettere sul piatto 35 milioni, un’offerta che si ritiene al limite viste le condizioni finanziare del club blaugrana, ma che per un giocatore di 33 anni ad un anno dalla scadenza, al netto del valore tecnico resta un po’ un azzardo dal punto di vista finanziario. Ma per ora c’è stallo.
E veniamo a Lukaku: sarebbe clamoroso un suo passaggio al Tottenham, un’altra sponda londinese, dove se restasse Antonio Conte sarebbe l’allenatore migliore per richiederlo e tornare a lavorare con lui. E sicuramente troverebbe gli argomenti. Ma è difficile pensare all’intesa tra i due club. Per il bomber belga il sogno più volte dichiarato resterebbe quello di tornare all’Inter, una situazione oggettivamente difficile dal punto di vista ambientale ed economico per il club nerazzurri. Va tenuto acceso un led su questa linea immaginaria che da Londra torna a Milano: ma solo perché il calciomercato ogni tanto ci riabitua a cose che paiono ragionevolmente complicate. Poi ci sono due piste in due campionati diversi: una porta nella Liga, all’Atletico Madrid, che Lukaku lo aveva puntato otto anni fa, quando era all’Everton. E poi c’è il Psg in rifondazione e a caccia di nomi che accendano la fantasia di una tifoseria fiaccata nelle aspettative e pronta a digerire (male) l’addio di Mbappé. Lukaku potrebbe diventare un’idea per Parigi, ma prima bisognerà capire con quale allenatore: dettaglio non da poco.
Giorgio Alesse
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