Dopo un lungo digiuno, la Roma torna ad alzare un trofeo al cielo ed entra nella storia come prima vincitrice della Conference Cup
Dopo quattordici anni di attesa, la Roma torna a vincere un trofeo e lo fa in campo internazionale. Un successo targato Nicolò Zaniolo sicuramente, ma non vedere l’impronta indelebile di José Mourinho in questo trionfo sarebbe sintomo di una preoccupante miopia. Dopo aver reso indigesta ai suoi detrattori una quantità innumerevole di bolliti, l’allenatore portoghese si è sciolto nuovamente in lacrime facendo il segno del cinque, come il numero di trofei in tre decadi diverse. Sintomo di un’empatia quasi magica con la tifoseria, che non si è mai interrotta, nemmeno nei momenti più difficili.
Lo Special One aveva reagito così anche dopo la vittoria contro il Leicester, voglioso entrare nella storia giallorossa insieme ai suoi ragazzi. Tutti scatenati al momento della premiazione e sotto la Curva occupata dai tifosi romanisti, con cui hanno continuato a cantare le canzoni storiche praticamente fino a mezzanotte. Un tripudio di colori giallorossi, ma non solo. Kumbulla, Mkhitaryan, Vina e altri calciatori hanno voluto festeggiare portando in campo la bandiera dei propri paesi.