Mercoledì sera a Wembley l’ultima partita con la Nazionale di Giorgio Chiellini: il difensore della Juventus ha parlato a cuore aperto anche del futuro
Italia-Argentina a Wembley è la chiusura perfetta della carriera in Nazionale di Giorgio Chiellini. “Ho pensato che fosse un regalo del destino, la passerella finale contro Messi in un posto simbolico. Senza questa occasione avrei lasciato in Turchia, nella tristezza di Konya”, dice il difensore della Juventus che ha già salutato anche i bianconeri.
L’ormai ex capitano azzurro lascerà club e Nazionale a quasi 38 anni (da compiere ad agosto) e si prepara a un nuovo capitolo della sua vita ma già con le idee chiare. A ‘La Gazzetta dello Sport’ ha ripercorso le sue sensazioni, dalla finale con l’Inghilterra ai pensieri di ritiro: “A dicembre 2020, quando arrancavo e faticavo per recuperare dall’infortunio al crociato e non sapevo nemmeno se sarei riuscito a strappare la convocazione, un pensierino lo avevo fatto”. Nonostante gli infortuni, Chiellini ha giocato diverse partite ad alto livello: “Non mi sentivo così bene da prima dell’infortunio, però penso che sia il momento giusto, perché il crollo arriva in un attimo e sia la Juve sia la Nazionale hanno bisogno che qualcuno riempia il vuoto lasciato da me”.
Chiellini torna poi anche sulla disfatta con la Macedonia: “Abbiamo cannato la prima partita con la Bulgaria, è arrivata troppo presto. Io avevo 20’ nelle gambe, i giovani al massimo una partita e mezzo. Quel pareggio ha compromesso tutto il percorso e poi siamo arrivati ai match decisivi senza giocatori importanti. La Nazionale ha un bacino ampio ma in una squadra che ha già le sue alchimie le assenze le paghi. In Portogallo potevamo anche perdere, ma dovevamo arrivarci. La sconfitta con la Macedonia non è accettabile“. Poi il capitano azzurro scommette ancora su Mancini per il futuro azzurro, così come su Bastoni e Bonucci, che erediterà le sue fasce di capitano con Italia e Juventus.
Chiellini continua passando in rassegna anche un po’ di passato e di ‘classifiche’: “Suarez mi ha sempre fatto impazzire, in campo ma anche di piacere, e sono sempre stato innamorato di Cassano”. Poi uno sguardo al futuro, consapevole di quello che lascia: “Più di tutti mi mancherà la quotidianità dello spogliatoio. La Mls? La Juve mi ha dato tanto. Mi piacerebbe fare un’esperienza più leggera, anche di vita, per staccare la spina e tornare più carico. Fare il dirigente è molto impegnativo, bisogna prepararsi e studiare. Torino ormai è casa per la mia famiglia, torneremo sicuramente a vivere qui”. Senza sbottonarsi troppo, ma il messaggio è chiaro: il futuro è bianconero, ma gli Stati Uniti possono essere il presente.