La Juventus non riesce a sbloccare il mercato in entrata, Allegri chiede uno sprint: gli scenari alla luce dell’incontro con Campos
Le idee sono piuttosto chiare, la realizzazione, almeno per il momento, per un motivo o per un altro latita. La Juventus sa di dover compiere un mercato importante per rialzarsi dopo due stagioni complessivamente deludenti e di dover rifondare la rosa, ma, per adesso, sono pochi i risultati ottenuti in queste prime settimane di mercato.
E’ vero, la data ufficiale di inizio della sessione di trattative è fissata al 1 luglio, ma, con i ritiri che inizieranno già pochi giorni dopo e un campionato al via poco prima di Ferragosto, è chiaro come sia fondamentale riuscire quanto prima a raggiungere gli obiettivi. Nel caso dei bianconeri, appare tutto definito soltanto per il ritorno di Pogba, pur rimandato, di fatto, di altri 15 giorni per motivi di bilancio. Le altre situazioni sono ancora in bilico o in alto mare e per Allegri questo di certo non è una buona notizia. Tra tre settimane sarà già in ritiro per preparare la stagione 2022/2023 e sa di doverlo fare con una squadra più forte e più adatta al suo tipo di gioco.
Come detto, diverse trattative ancora in stallo. Per Di Maria, si attende ancora una risposta che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. C’è una alternativa all’argentino ed è David Neres, per il quale però resiste l’accordo tra Shakhtar Donetsk e Benfica. In attacco da definire anche altre situazioni. Allegri vorrebbe la permanenza di Morata, ma l’Atletico Madrid fa muro: l’alternativa più calda è Arnautovic. Deve ancora decollare anche l’affare Kostic, contatti in corso con il serbo che vuole la Juventus ma la fumata bianca ancora non si intravede. Tutti elementi che sicuramente non rendono sereno il tecnico livornese e i fatti di ieri, con l’incontro a Montecarlo con Campos, fresco ds del Psg, alimentano un minimo di tensione. E’ vero, i due si stimano da tempo e un incontro alla luce del sole, senza alcuna ‘precauzione’, non sembrerebbe preludere a un clamoroso trasferimento in Francia di Allegri. Tanto più che per la panchina del Psg in pole position c’è il nome di Galtier. Ma anche pensare a un incontro totalmente ‘casuale’ appare complicato.
Al momento, è bene specificarlo, la dirigenza della Juventus ha piena fiducia in Allegri e il contratto che intercorre tra i bianconeri e l’allenatore ha ancora tre anni di durata, con uno stipendio da 9 milioni di euro a stagione. Cosa che già da sola sembrerebbe poter far escludere un clamoroso addio e interruzione dell’Allegri 2.0 dopo soltanto una stagione. Ma come abbiamo imparato in questi anni, le vie del mercato possono essere infinite. E dunque, quali nomi per la panchina della Juventus se si arrivasse a una rottura, al momento difficilmente pronosticabile, totale e irreversibile tra il club e Allegri?
La prima suggestione porterebbe, naturalmente, a Zinedine Zidane. Il grande ex viene accostato da tempo alla panchina bianconera, anche se di recente si tende a ritenere che sia in attesa che si liberi quella della Francia. Smentite le indiscrezioni su un possibile ribaltone in chiave Psg, anche se Macron continua a sponsorizzarlo. Occhio poi al futuro di Roberto Mancini, il Ct della Nazionale dopo gli ultimi risultati è tornato in bilico e in caso di rottura definitiva con l’azzurro potrebbe essere eleggibile. Altri nomi plausibili potrebbero essere quelli di De Zerbi e Vincenzo Italiano, anche se la compatibilità dei ‘giochisti’ con l’ambiente bianconero sarebbe tutta da verificare, precedenti alla mano.
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