Alla CMIT TV è intervenuto l’avvocato Fabio Fulgeri, legale di Aurelio De Laurentiis, che ha parlato dell’indagine in corso per l’operazione Osimhen
L’avvocato Fabio Fulgeri, legale di Aurelio De Laurentiis, è intervenuto alla CMIT TV per parlare dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli per l’operazione che ha portato Osimhen in azzurro.
INDAGINE – “Lo stato dell’arte delle indagini non è una notizia che posso dare perché non le conduco io. La posizione del Napoli è di grande serenità e fiducia nella magistratura, visto che stiamo parlando di pm esperti e avvezzi a questi tipi di reati. Il reato contestato è quello di falso in bilancio, noi dimostreremo che il Napoli non ha tratto alcun vantaggio dall’operazione se non quello di acquisire un grande calciatore”.
TABLET – “Smentisco l’acquisizione di tablet personali del presidente che non è in Italia. Sono acquisizione legate alle comunicazioni intervenute tra i due club quando c’è stata l’operazione. Non posso conoscere le iniziative della magistratura, allorquando ci dovessero convocare, noi ci siamo resi disponibili, forniremo tutti i chiarimenti. Questo tipo di reato, risente dell’aleatorietà del mercato calcistico che è soggetto alle valutazioni che si possono fare anche legate ai rendimenti degli atleti. Non ci sono criteri normativi predeterminati per le valutazioni dei calciatori. Questo ha consentito non solo al Napoli, ma anche a tantissime altre società, con procedimenti simili in altre procure dove non mi sembra che siano intervenute sentenze di condanna”.
Napoli, avvocato Fulgeri: “Il club al momento non è indagato”
RISCHI NAPOLI – “In sede penale il club, al momento, non è indagato e non rischia nulla, se non un processo eventuale nell’ipotesi in cui non venisse valutata l’ipotesi di richiedere l’archiviazione del procedimento. Siamo ancora in fase embrionale. E’ accaduto ieri il primo atto garantito a cui ha potuto assistere il difensore, cioè il sequestro della documentazione: sarei inopportuno se ipotizzassi le possibili conseguenze negative sulla società che ritengo, ripeto, di escludere”.