Il dottor Enrico Castellacci è intervenuto alla TV Play di Calciomercato.it toccando il tema infortuni: commenti su Dybala, Chiesa, Zaniolo e non solo
Il tema infortuni è sempre cruciale e spesso determinante per un club o un calciatore. Durante la diretta pomeridiana di TV Play sul canale Twitch di Calciomercato.it, ha parlato quest’oggi il noto chirurgo ortopedico Enrico Castellacci. Il medico si è soffermato su vari temi, a cominciare dal nuovo acquisto della Roma Paulo Dybala.
“La questione infortuni riguardante Dybala è certamente un tema interessante e valido per tanti altri giocatori del passato – ha dichiarato Castellacci -. Pato è un esempio: al Milan si rompeva sempre, all’estero il ragazzo stesso mi ha detto di non aver più avuto problemi. Per dire che possono esserci delle contraddizioni cliniche. I controlli sui giocatori sono molto approfonditi, se si riscontrano problemi muscolari – per esempio – si personalizza la preparazione. Si sta andando verso un concetto di preparazione personalizzata e preventiva, soprattutto per alcuni giocatori che richiedono una gestione ad hoc. Bisogna analizzare caso per caso. Poi c’è l’organismo che può fare degli scherzi. Ma un medico che ha esperienza di solito riesce a tamponare delle falle“.
Su Zaniolo, altra pedina colpita più volte da problemi fisici anche gravi: “La tranquillità è un termine spesso usato in gergo medico, ma è molto relativo. Siamo tranquilli sui due interventi fatti al crociato. E’ stato molto scarognato, percentualmente però non è poi così rara la rottura di entrambi i crociati. Consideriamo che il ragazzo è giovane, quindi l’organismo è giovane e forte. Poi, se c’è una preparazione adeguata, si riesce a tamponare anche i problemi dati da un trapianto di legamento. Se seguirà la giusta preparazione unita alla giovane età, allora potremo stare tranquilli“.
Ancora su Dybala: “E’ un ragazzo che ha avuto la sventura di avere diversi danni fisici, che gli hanno dato questa nomea. Semplicemente, si andrà a vedere la situazione dei suoi muscoli e si prenderanno le giuste precauzioni. Io grandissimi problemi non ne vedo“.
Castellacci, poi, ha parlato anche dei tempi per il recupero di Federico Chiesa e dei giocatori che hanno subito lo stesso infortunio dell’esterno della Juventus: “L’analisi dell’amico Allegri è dettata dai medici che lo hanno operato. Ormai i tempi sono cambiati. Per un crociato abbiamo usato sempre, in Italia, i 6 mesi. Negli Stati Uniti si usano i 7-8 mesi. Poi c’è stata la moda, secondo me sbagliata, di accelerare i tempi e madre natura non andrebbe forzata. Noi ortopedici italiani pensiamo ai 6 mesi, non mi meraviglia che fuori dall’Italia si allunghino i tempi per la tranquillità del medico chirurgo e del giocatore. L’importante è non accelerare troppo le tempistiche“.
Commento pure su Ibrahimovic, fresco di rinnovo col Milan: “È un giocatore dal gran fisico, ma inizia ad avere una certa età e ha avuto anche uno storico di problemi, quindi i tempi di recupero si allungano. Poi, chiaramente, non conosco alla perfezione la sua storia, ma inevitabilmente subentrano anche problemi cronici e il contratto col Milan ne tiene conto. Lui ha una gran voglia di giocare, il suo temperamento sicuramente lo aiuterà a sopperire a certi problemi“.
Alla domanda quanto conta l’aspetto mentale dopo una rottura del crociato, Castellacci risponde così: “Ovviamente fa la differenza, ma poi sono i geni ad incidere soprattutto. Se sei naturalmente forte è un conto, se sei fisicamente fragile è un altro. Poi ovviamente con il tempo, se hai il giusto temperamento, riprendi coraggio e fiducia e torni anche ad alti livelli. Ma chi subisce una rottura al crociato non tornerà mai ai livelli top di prima“.
In conclusione, la struttura fisica può incidere sul crociato? “Mi sembra un po’ scientificamente campato per aria come discorso – dice Castellacci -, abbiamo uno storico clinico. Coloro che sono sotto i 25 anni hanno una più alta probabilità di recidive, sia sullo stesso ginocchio che sull’altro. E’ una cosa abbastanza conosciuta in termini scientifici. La percentuale sul recupero non è mai del 100%, poi varia a seconda della struttura e della propensione dell’atleta. Se hai delle deficienze in tal senso, la percentuale si abbassa sensibilmente. Se non ci sono, può avvicinarsi al 100″.
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